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Crisi di governo, così Conte prepara la resa dei conti al Senato: cosa dirà, prima di salire al Quirinale

20 Agosto 2019 - 07:24 Redazione
Tra 5 stelle e Lega è finita, malissimo. E lo stesso presidente del Consiglio viene descritto come «avvelenato» con il suo vice Matteo Salvini: ovvero colui che, ancora pochissimi giorni fa, ha innescato la crisi di governo

È lui stesso a dare appuntamento sui suoi canali social per oggi, alle 15, in Senato. Per formalizzare la crisi, dimettersi con ogni probabilità, ma anche per parlare al Paese in modo diretto e schietto di quello che è stato. Rapporti insanabili con la Lega e con Matteo Salvini, e una crisi che va parlamentarizzata con trasparenza: è questa la posizione del premier Giuseppe Conte, ed è questo che dirà oggi a palazzo Madama.

Un discorso fatto di critiche sì, ma soprattutto di rivendicazione del lavoro fatto. E di analisi anche di tutto quello che questa crisi di governo farà saltare: per – questo il ragionamento – unica ed esclusiva colpa leghista e della «sleale collaborazione» di Matteo Salvini.

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La fine del governo gialloverde

Vada come vada oggi, martedì 20 agosto, mentre metà Italia è ancora in vacanza, verrà messa la parola fine all’esperienza del governo gialloverde. Come, lo scopriremo in giornata. Le incognite sono tante: non è chiaro, prima di tutto, se Conte farà votare le sue comunicazioni, se ci sarà dibattito, o se il premier appena finito di parlare davanti ai senatori salirà al Quirinale per rassegnare il mandato.

C’è una sola cosa certa: che tra 5 stelle e Lega è finita, malissimo. E lo stesso presidente del Consiglio viene descritto come «avvelenato» con il suo vice Matteo Salvini: ovvero colui che, ancora pochissimi giorni fa, ha innescato la crisi di governo.

Il «mai più come la Lega» porta come corollario lo stesso esito del ragionamento all’interno dei 5 Stelle, e al bivio tra l’apertura di fatto a un’alleanza, per quanto difficile, con il Partito democratico e le elezioni. Lo stesso Quirinale, che Repubblica e Corriere della Sera descrivono come in fase di preparazione logistica alle consultazioni, secondo tutte le ricostruzioni vorrebbe una soluzione della crisi ordinata e pulita, di rispetto delle regole politiche e della democrazia parlamentare, senza vie intermedie che potrebbero suscitare critiche. Il premier e Sergio Mattarella hanno già avuto dei confronti, in questi giorni.

E Conte ha promesso la «crisi di governo più trasparente della storia»: con la parlamentarizzazione di oggi, la crisi agostana verrà formalizzata e ufficializzata.

Secondo il Corriere della Sera, Giuseppe Conte si ritiene poi fuori dal totonomine a Commissario Ue. Entro la settimana, infatti, l’Italia deve indicare il nome per la commissione, e per quanto si sia parlato di questo ruolo come destinazione del professore «avvocato degli italiani», il diretto interessato riterrebbe inelegante indicare se stesso.

In copertina Giuseppe Conte in Senato, 24 luglio 2019. ANSA/Giuseppe Lami

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