Hans Kammler, l’uomo di fiducia del Führer non si è mai suicidato. La verità su di lui dopo 74 anni di ricerche
Il caso del generale delle SS Hans Kammler è arrivato a un punto di svolta definitivo. Un mistero che ha portato con sé anni di congetture, speculazioni e teorie di vario genere su una delle personalità più enigmatiche del Terzo Reich.
Uno dei personaggi più emblematici della follia nazional-socialista e detentore dei segreti attorno ad Adolf Hitler era stato dichiarato morto suicida con tanto di sentenza ufficiale.
La verità è che nel maggio del 1945 finì nelle mani degli americani. Il motivo della cattura era l’intenzione da parte dei soldati Usa di mettere per primi le mani sulle ricerche belliche e nucleari che i nazisti avrebbero condotto nei sotterranei di diversi campi di concentramento.
Uno dei più conosciuti è quello di Gusen, in Alta Austria, quartier generale finale dello stesso Kammler.
Era ritenuto da Joseph Goebbels – l’uomo della propaganda del Führer – l’ultima “grande speranza” del regime, quasi l’uomo della provvidenza per dare il colpo di scena al quadro che si stava profilando, e cioè quello con una Germania in guerra ormai in ginocchio.
Visto il destino attribuitogli, c’è chi ha pensato bene di cercare il corpo seguendo, di fatto, false piste. Le teorie che serpeggiavano tra studiosi andavano dalla morte per avvelenamento da cianuro a un colpo di pistola.
La risposta a tutte le domande, anche se non semplice da ricercare, era lì: era nelle mani degli Alleati, o forse addirittura dei servizi segreti Usa.
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