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Secondo Salvini se si vota ad ottobre non aumenta l’Iva. Ha ragione? Dipende da Governo e Parlamento

20 Agosto 2019 - 19:12 David Puente
Ci vogliono un Governo e un Parlamento in attività, ma la possibilità c'è ma non è detto che si riesca

Con le dichiarazioni di oggi al Senato di Giuseppe Conte finisce l’esperienza del Governo gialloverde. Durante la discussione in aula il leader della Lega Matteo Salvini si dichiara favorevole al voto sostenendo che «l’Iva non aumenta se si vota a ottobre e c’è un Governo in carica a novembre». Ha ragione? In un’intervista Filipppo Diodovich a Open, pubblicata il 10 agosto 2019, l’economista aveva dichiarato che evitare l’aumento dell’Iva è «quasi impossibile»:

Il problema sarà quale governo avremo. Al momento, con le tempistiche che si prefigurano, è quasi impossibile che ci sia l’insediamento di un governo prima del 15 ottobre quindi prima della predisposizione della legge di bilancio. Si andrà all’esercizio provvisorio, sarà tutto rimandato e sarà molto molto difficile che ci sia la possibilità entro fine dicembre di riuscire ad avere un governo che possa trovare i 23 miliardi che servono per evitare le clausole di salvaguardia.

Secondo l’economista c’è bisogno di un Governo in carica, in questo caso suggerisce uno tecnico, per portare avanti la legge di bilancio seguendo i tempi necessari per evitare l’esercizio provvisorio.

Che cos’è l’esercizio provvisorio

Partiamo dalle basi: lo prevede la Costituzione all’articolo 81 e in Italia è stato approvato per legge 33 volte dal 1948. Se non viene approvata la legge di bilancio entro il 31 dicembre rischiamo di entrare nel cosiddetto «esercizio provvisorio» per la prima volta dopo circa 32 anni. L’ultima volta, infatti, avvenne nel 1987 attraverso il disegno di legge presentato dall’allora ministro del Tesoro Amato.

Il disegno di legge per l’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio presentato il 12 dicembre 1987 dall’allora ministro Amato.

Cosa succede? Che il Governo in carica viene limitato, per un periodo massimo di 4 mesi, nella gestione delle questioni amministrative ritrovandosi con margini di spesa ridotti trovandosi impossibilitato nello spendere quanto e come potrebbe con la legge di bilancio. L’esercizio provvisorio potrebbe ottenere sfiducia da parte degli investitori stranieri trovandosi un Paese «bloccato», ma uno dei rischi concreti è quello della mancata sterilizzazione delle clausole di salvaguardia e l’aumento dell’Iva dal 22% al 25%.

Le scadenze

Passiamo ora alle scadenze legate alla legge di bilancio riportate dalla stessa Camera dei Deputati.

L’infografica del sito della Camera dei Deputati.

Entro il 27 settembre il Governo in carica presenta alle Camere il «Nadef», ossia la «Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza». Questo deve essere approvato da Camera e Senato.

Entro il 15 ottobre, in base al regolamento europeo n.473 del 2013, i membri dell’UE trasmettono alla Commissione europea il «DPB», ossia il progetto di «documento programmatico di bilancio» riportante il riassunto dei contenuti della manovra predisposta con il disegno di legge di bilancio. Questo, se non ritenuto valido, può essere bocciato dalla Commissione europea – che può intervenire entro il 30 novembre – come è avvenuto nell’ottobre 2018.

Entro il 20 ottobre il Governo deve presentare il disegno di legge di bilancio.

Entro il 31 dicembre deve essere approvata la legge di bilancio.

In questo caso, come possiamo notare, ci vogliono sia un Governo in carica che un Parlamento votante. Cosa succede se si va a elezioni?

Lo scioglimento delle Camere

In mancanza di un Governo e di un Parlamento è difficile proseguire il delicato processo che porta alla legge di bilancio 2020. Da una parte abbiamo i tempi legati all’eventuale scioglimento delle Camere e l’insediamento dei nuovi parlamentari, senza contare il voto necessario per il nuovo Governo a seguito delle eventuali consultazioni con il Presidente della Repubblica Mattarella. Per convocare le nuove elezioni ci vogliono almeno 60 giorni e un massimo di 70 dallo scioglimento delle Camere. Di fatto, come previsto dalla Costituzione all’articolo 61, finché non vengono riunite le Camere sono prorogati i poteri delle precedenti.

Il Consiglio dei Ministri del Governo Gentiloni del 26 aprile 2018, data successiva al volo del 4 marzo 2018.

Così come le Camere anche il Consiglio dei Ministri può essere richiamato al lavoro, come avvenne con il Governo Gentiloni approvando il DEF il 26 aprile 2018. In questo caso,

Conclusioni

Matteo Salvini ha ragione sul piano tecnico, ma sul piano pratico qualunque Governo verrà fuori dalle eventuali elezioni si trascinerà il lavoro svolto – se verrà svolto correttamente – dall’attuale e dovrà mantenere gli impegni entro le scadenze previste.

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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