Consultazioni, esplorazioni e incarichi: la guida per chi di questa crisi non ci sta capendo niente
Spente le luci di Palazzo Madama, dove ieri 20 agosto si è consumato l’ultimo atto del Governo M5s-Lega e a cui hanno fatto seguito le dimissioni del premier Giuseppe Conte, i riflettori si accendono ora sul Quirinale, sede della presidenza della Repubblica. I tempi saranno rapidissimi, è il messaggio, dunque vediamo di capirci qualcosa.
La formalizzazione delle dimissioni del premier Conte è stata comunicata dopo l’incontro tra il presidente Sergio Mattarella e il primo ministro, nella serata di ieri, 20 agosto, dal segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti, che ha reso noto che il primo ministro uscente è stato invitato a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.
#Quirinale: Dichiarazioni alla stampa del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica al termine del colloquio tra il Presidente #Mattarella e il Presidente del Consiglio #Conte pic.twitter.com/gnct9S6YZT
— Quirinale (@Quirinale) August 20, 2019
Il calendario delle consultazioni
Sergio Mattarella aprirà dunque la porta dello studio della Vetrata alle delegazioni di tutti i gruppi parlamentari, oggi pomeriggio alle 16, dando così il via alle consultazioni, il cui calendario è stato reso noto nella serata di ieri. Una tabella di marcia che procederà a tambur battente, in cui si avvicenderanno rapidamente per un primo giro di colloqui tutti i gruppi parlamentari tra il 21 e il 22 agosto.
#Quirinale: si rende noto il calendario delle #consultazioni del Presidente #Mattarella pic.twitter.com/4uKPEbird3
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Infatti, dopo aver appurato la rottura definitiva tra gli ex alleati del governo Conte, al Presidente Mattarella non resta che sondare gli animi dei diversi gruppi parlamentari e raccoglierne gli orientamenti, con lo scopo di capire se possa esistere la possibilità di creare una maggioranza alternativa a quella tra pentastellati e leghisti o se, in mancanza di accordi e compromessi tra i diversi gruppi politici, si renderà necessario il ritorno alle urne.
Il voto anticipato, tuttavia, non sembra essere una delle prime opzioni per il il Quirinale, a causa delle impellenti scadenze in materia economica, oltre che quelle relative agli affari esteri. Tra le molte questioni in sospeso, non è ancora chiaro chi sarà la figura italiana candidata al ruolo di Commissario europeo, che andrebbe ufficializzata entro il 26 agosto.
Gli scenari possibili
Ed è per queste ragioni che tra le ipotesi che saranno esposte dal Quirinale ai rappresentanti dei gruppi parlamentari si profilano principalmente quattro scenari.
Il primo è l’asse M5s-Partito Democratico che, prima di concretizzarsi, dovrà trovare punti chiari da condividere per un programma di governo. Altre incognite riguardano poi la durata dell’eventuale patto giallorosso, visto che all’interno del Pd non manca chi spera in un governo che porti rapidamente al voto.
Una seconda strada è rappresentata dall’ipotesi di affidare un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico, già investito di tale ruolo da Mattarella durante i primordiali tentativi di far nascere la maggioranza di governo giallo-verde dopo le elezioni del marzo 2018. Un anno fa il tentativo di costruire una maggioranza giallorossa fallì per interferenze renziane ma, ad oggi, secondo il Quirinale, Fico rappresenterebbe l’elemento di giuntura più “naturale” tra le due forze e lascerebbe spazio alla creazione di un nuovo esecutivo .
La terza via vede come protagonisti nuovamente il M5s e la Lega. Un’ipotesi gialloverde-bis che si è fatta davvero remota dopo le ultime settimane e l’acutissimo scontro in Senato, che però potrebbe risanarsi attraverso un sostanzioso rimpasto di governo e di Premier, che tenga conto dei risultati delle Europee 2019 dei rispettivi partiti. Un’ipotesi davvero molto remota, ma da tenere comunque in conto visti gli stravolgimenti della politica italiana delle ultime settimane.
Un’altro scenario è rappresentato invece dal cosiddetto governo istituzionale, ossia la creazione di una maggioranza che si occupi meramente di salvaguardare l’economia del Paese e di varare la manovra economica, per poi procedere al ritorno alle urne nel 2020.
La quinta e ultima opzione è quella del governo elettorale, ossia un governo di garanzia costituito da tecnici scelti dal Quirinale che, restando in carica per soli 3-4 mesi, traghetti l’Italia verso il voto anticipato, tra ottobre e novembre 2019.
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