Il cardinale George Pell resta in carcere, l’ex tesoriere del Vaticano condannato per pedofilia perde il ricorso
Il Cardinale George Pell resterà in carcere. Il suo ricorso presentato presso l’Alta corte australiana è stato respinto, con grande soddisfazione da parte degli attivisti e vittime di abusi presenti in tribunale. Pell – il più alto esponente del Vaticano a essere condannato per pedofilia – potrà presentare un ulteriore ricorso (l’ultimo) presso l’Alta Corte australiana. Se verrà nuovamente respinto dovrà scontare il resto della sua pena – di 6 anni, con pena minima di 3 anni e 8 mesi – dietro le sbarre.
La condanna
A dicembre 2018 il prelato è stato condannato per abusi commessi su due minori di 12 e 13 anni, entrambi coristi della Cattedrale di Saint Patrick di Melbourne, a metà degli anni ’90 quando Pell era arcivescovo metropolitano della città australiana. L’anno in cui era stato nominato tesoriere da Papa Francesco – nel 2014 – una delle due vittime era morta per overdose. Inizialmente il Cardinale rischiava fino a 50 anni di carcere. La difesa dei suoi avvocati si basava sul fatto che le accuse nei suoi confronti si basavano a loro volta sulla testimonianza di una sola vittima, l’unica sopravvissuta, data a porte chiuse. Nel febbraio del 2019, quasi un anno e mezzo dopo le accuse del 2017, il Vaticano ha proibito a Pell l’esercizio del ministero.
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