L’Amazzonia va a fuoco: le immagini del disastro che preoccupa il mondo
La foresta amazzonica sta andando a fuoco e con ogni probabilità la colpa è degli esseri umani. Gli incendi in Amazzonia sono stati 72.843 quest’anno: una cifra record, secondo le stime del centro di ricerca spaziale brasiliano INPE. La maggioranza degli incendi sono spesso dolosi, volti a deforestare terreni da coltivare. L’INPE segnala un aumento dei roghi dell’83% rispetto allo stesso periodo nel 2018, quando Jair Bolsonaro non aveva ancora iniziato la sua politica di tolleranza nei confronti della deforestazione.
Ogni minuto, dall’insediamento di Bolsonaro, stiamo infatti perdendo l’equivalente di un campo da calcio della foresta pluviale più grande del mondo, che rappresenta uno dei più solidi bastioni contro il riscaldamento globale. Secondo Bolsonaro, sono le associazioni ambientaliste a dare fuoco alla foresta per creare problemi in Brasile. La correlazione tra la diminuzione di sanzioni per il disboscamento incoraggiata da Bolsonaro e l’aumento degli incendi è però difficile da ignorare.
On the ground footage of the Amazon burning. #AmazonFires #prayersforamazonia #climatechange pic.twitter.com/1ERvzHJZVq
— Paul Rosolie (@PaulRosolie) 22 agosto 2019
San Paulo è calata nell’oscurità per un’ora, lunedì 19 agosto. Non è stato un temporale a creare lo scenario apocalittico: la città è stata coperta da una coltre scura dopo che forti venti hanno trasportato nel suo cielo i fumi di un incendio. I roghi si trovavano però a 2.700 chilometri di distanza, nella foresta amazzonica. Ma la loro estensione ha fatto sì che il fumo giungesse fino alla megalopoli brasiliana.
🌎Just a little alert to the world: the sky randomly turned dark today in São Paulo, and meteorologists believe it’s smoke from the fires burning *thousands* of kilometers away, in Rondônia or Paraguay. Imagine how much has to be burning to create that much smoke(!). SOS🌎 pic.twitter.com/P1DrCzQO6x
— Shannon Sims (@shannongsims) 20 agosto 2019
Anche la NASA ha diffuso immagini che mostrano le fiamme, visibili dallo spazio.
Secondo il Presidente brasiliano, i dati diffusi dall’INPE sono menzogne. Il capo di Stato ha anche licenziato Ricardo Galvão, capo dell’Istituto di ricerca spaziale, il quale ha spiegato in una intervista al Guardian che tale decisione sarebbe un chiaro messaggio politico. «Quello che sta accadendo è che questo governo ha inviato un chiaro messaggio, non ci saranno più punizioni come prima … Il controllo della deforestazione non sarà più come in passato», ha affermato Galvão.
Secondo Amazon Watch, ONG che si occupa di tutelare la foresta amazzonica e le popolazioni indigene che la abitano, «gli incendi sono direttamente legati alla retorica anti-ambientalista di Bolsonaro», aggiungendo che i contadini si sentono autorizzati ad appiccare incendi per perseguire le loro attività economiche nella foresta.
Our statement on the origins of the #AmazonFires and what must be done to prevent future Amazon destruction. #PrayforAmazonas #PrayForTheAmazon #ComplicityInDestruction #AmazonFire #IndigenousRights #LandRightsNow
— AMAZON WATCH (@AmazonWatch) 21 agosto 2019
Full statement here: https://t.co/xD6tO6SDOI pic.twitter.com/DvMUIIpMCe
Non mancano gli attacchi all’indifferenza dei media; «Quando Notre Dame è andata a fuoco, tutti i media americani ne hanno scritto nei primi tre minuti e hanno coperto la faccenda per settimane. L’Amazzonia sta bruciando da tre settimane e i media mainstream americani ancora non sta coprendo questo fenomeno con l’urgenza che merita», scrive un’utente.
When Notre Dame was burning, all of the USA media reported it within 3 minutes and covered it for weeks.
— 🌹 (@AlytaDeLeon) 21 agosto 2019
The Amazon has been burning for 3 weeks, and the USA MSM is still not covering it with the urgency it needs. #AmazonRainforest #AmazonFires #PrayforAmazon pic.twitter.com/JgJRl0MkKo
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