Benvenuti nella crisi più virale della storia: come sono stati stravolti i numeri e le strategie social dei leader politici
I video, i tweet, i post e le storie su Instagram. Non è una novità che i social network abbiano cambiato la comunicazione politica. Hanno reso più protagonisti i membri delle istituzioni e tagliato gli intermediari: meglio una diretta Facebook senza contraddittorio che un’intervista. Strumenti che rivelano con più chiarezza le strategie scelte per attrarre consensi.
Strategie che negli ultimi giorni sono cambiate molto tra i volti di questa crisi di governo. C’è chi alza i toni e grida al complotto, chi si sente una vittoria in tasca e procede più sereno e chi tace. Tutto sotto gli occhi di milioni di italiani che si sono riscoperti appassionati di politica, fra la noia delle serate estive e l’eccezionalità dei toni usati in questi giorni.
La crisi più virale degli ultimi anni
Due dati per capire meglio quanto sta diventando virale questa crisi di governo. Il primo è quello del numero di persone che hanno visto il video integrale del discorso di Giuseppe Conte in Senato: 792mila visualizzazioni e primo in tendenze su YouTube. Guardando i titoli degli altri video si capisce come sia un corpo un po’ estraneo ai flussi della piattaforma di Google.
Il secondo video in tendenze infatti è IL PRIMO 1vs1 SU VOLTA FOOTBALL! FIFA 20 | GABBO vs MARZA, un gameplay della nuova versione di Fifa Street girato dallo youtuber GabboDSQ. A seguire TRUCCHI E FAI DA TE PER PULIRE PER CHI È PIGRA|| Trucchi divertenti per pulire da 123 GO! del canale 123 Go! Italian e LA MIA BEAUTY ROUTINE **SUMMER EDITION** di Valentina Lattanzio. Sì, agli youtuber piacciono sempre di più i titoli lunghi, in Caps Lock e pieni di segni grafici.
Altro segnale arriva dalle Instagram Story di Fedez. È lui stesso a raccontare stupito della partecipazione a un sondaggio pubblicato sul social network di Facebook. Alla domanda «Meglio il discorso di Conte o quello di Salvini?» hanno risposto 400mila utenti: 290mila voti per Conte e 139mila voti per Salvini. Il presidente del Consiglio ha detto che questa sarebbe stata la crisi di governo più «trasparente della storia». Sulla trasparenza bisogna ancora vedere, sui click invece non sembrano esserci rivali.
Matteo Salvini: complotti esteri e demoni di Bibbiano
Inciucio. Una parola che torna spesso nel vocabolario politico italiano. Si suppone sia di origine napoletana e riproponga in forma onomatopeica il suono emesso da una conversazione fatta a bassa voce. A riportarlo allo scoperto è stato Matteo Salvini che ne ha fatto il lietmotiv dei suoi ultimi post sui social network.
Da Facebook a Instagram la narrazione è la stessa. Quello che sta accadendo in questi giorni non è la conseguenza dalla mozione di sfiducia presentata dalla Lega contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma il risultato di un accordo che da lungo tempo vede il Pd schierato con i Cinque Stelle.
Un tema che il vicepremier cerca di rendere virale tra i suoi sostenitori, anche con meme dai toni sensazionalistici. Stiamo parlando di quelle immagini con scritte in Caps Lock, colori forti e tanti punti esclamativi e di domanda sparsi in abbondanza. Solo il 21 agosto ne ha usato uno per accusare la ministra della Difesa Elisabetta Trenta e uno contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Nell’ultimo caso è stato rispolverato un video risalente a gennaio in cui Conte parla con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Una discussione già passata al vaglio dei media che ora viene riletta in chiave complottistica come il segnale di un piano in atto da mesi per eliminare la Lega dalla coalizione di governo. 35mila condivisioni su Facebook e 92mila Like su Instagram.
A seguirlo in questa battaglia contro un governo giallorosso (o rossogiallo, se si vuole risparmiare ai lettori una stagione di parallelismi con la Roma) è Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia, nonché naturale e probabile alleata di una coalizione elettorale di centrodestra, rilancia frasi e fotomontaggi contro gli accordi fra Pd e M5s. Da notare quella con un karaoke improvvisato da Matteo Renzi. 11mila Like su Instagram
Nella strategia di delegittimazione dell’avversario politico, non poteva mancare il riferimento a Bibbiano, la vicenda in cui sono coinvolti alcuni amministratori locali del Pd. Un video con protagonista Romano Prodi sul caso di Bibbiano è stato pubblicato da Salvini con una frase fra virgolette: «Non demonizzate Bibbiano», citazione vera ma presa fuori contesto. 35mila like su Instagram e oltre 8mila condivisioni su Facebook.
Matteo Renzi: sorrisi e #CapitanFracassa
Più sereno Matteo Renzi, esattamente come è apparso in Senato il 20 agosto mentre Conte chiudeva, bacchettando Salvini, l’esperienza del governo gialloverde. Nei suoi ultimi post sui social network sembra quasi non voler esporsi troppo in questa fase, visto anche che il 21 agosto la direzione del Pd ha dato un mandato unanime al segretario Nicola Zingaretti per avviare una trattativa con il Movimento Cinque Stelle.
L’ex premier sembra aver abbandonato anche l’hashtag #CapitanFracassa, utilizzato spesso per nominare Matteo Salvini. Ad usarlo ancora è invece una fedelissima di Renzi: Maria Elena Boschi, che esattamente il 20 agosto ha scritto: «Salvini ritira la sfiducia. Io sarò una mummia ma lui è all’ultima spiaggia. Altro che Papeete #capitanfracassa». Quasi 300 condivisioni su Facebook.
Nicola Zingaretti, segretario del Pd, dai suoi canali rimanda servizi e interviste che raccontano soprattutto della decisioni prese dalla direzione Pd. Tutto abbastanza nel suo stile, senza meme, selfie o fotomontaggi. Solo una nota, dopo il discorso di Conte in Senato, che richiama il presidente del Consiglio a non sganciarsi troppo dal suo operato: «Attenzione anche ai rischi di autoassoluzione. In questi 14 mesi, Conte è stato il Presidente del Consiglio, anche del Ministro Salvini, e se tante cose denunciate sono vere perché ha atteso la sfiducia per denunciarle?». Oltre 11mila Like su Facebook e 1800 condivisioni.
Luigi Di Maio: poche e istituzionali parole
Chi quasi non parla invece è Luigi Di Maio. Il capo politico del Movimento Cinque Stelle si è limitato a rilanciare il discorso di Conte in Senato con una sola parola: «Ascoltate». Sempre in tono molto istituzionale ha pubblicato una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, poche righe pubblicate prima che iniziasse la discussione a Palazzo Madama: «Tutti, ognuno di noi, sa di stare dalla parte giusta della storia. Qualunque cosa accada, volevo dirti che è stato un onore lavorare insieme in questo Governo». 29mila condivisioni e 147 mila Like su Facebook.
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