Gronda bocciata dal ministero dei Trasporti, Toninelli sfodera l’analisi costi-benefici: «Altre opzioni più efficienti»
Un’altra analisi costi-benefici destinata a diventare meno famosa di quella sulla Tav ma che certamente fa già discutere perché boccia il progetto della Gronda di Genova. E lo scontro tra Movimento 5 Stelle e Lega passa, ancora una volta, per grandi opere e infrastrutture.
Il documento, stilato dai tecnici del ministero delle Infrastrutture e Trasporti e pubblicato sul sito del dicastero guidato dal 5 Stelle Danilo Toninelli, suggerisce di prendere in esame «opzioni più efficienti». L’analisi «ha riguardato non solo il progetto originario, ma anche alcune soluzioni alternative finalizzate al potenziamento del nodo stradale di genova. Ricordiamo che l’attuale progetto prevede un costo complessivo di 4,7 miliardi per 120 mesi di realizzazione».
La risultanza delle valutazioni condotte, si legge ancora, «suggerisce di cogliere l’opportunità di perseguire opzioni infrastrutturali più efficienti in termini trasportistici, ambientali e finanziari, che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti auspica possano, a partire dallo studio effettuato, essere approfondite e individuate attraverso un confronto con i livelli istituzionali territoriali».
Il costo di un eventuale scioglimento del contratto per i lavori affidati a Società Autostrade viene quantificato in un miliardo di euro. «L’analisi costi-benefici pubblicata sul sito del Mit è di una superficialità sconcertante e porta a conclusioni sbagliate», commenta Società Autostrade. L’opera «è stata suggerita da migliaia di genovesi che hanno partecipato al dibattito pubblico».
L’attacco a Toninelli
«Il colpo di coda di Toninelli!», attacca il governatore della Liguria Giovanni Toti in un post su Facebook. «Anche se il governo non esiste più, il ministero delle Infrastrutture a guida grillina boccia la Gronda di Genova, un progetto già fatto e che gli italiani stanno già pagando. Anzi, molte persone e molte aziende sono già state espropriate perché il cantiere sarebbe già dovuto partire mesi fa», dice Toti. «L’arroganza non ha limiti: per compiacere i grillini liguri, che in campagna elettorale si sono schierati contro l’opera, il governo boccia un’infrastruttura strategica per tutti i porti e il nord-ovest del Paese».
Qualche giorno fa Matteo Salvini, dopo le commemorazioni per il primo anniversario della strage del Ponte Morandi a Genova, aveva ripetuto «la Gronda si farà»: un governo a sua guida la sbloccherebbe, è il ragionamento. Contrario da sempre all’opera il Movimento 5 Stelle, mentre – come già per la Tav – il Partito Democratico sarebbe a favore.
In copertina immagine/Ministero Infrastrutture e Trasporti
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