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Guerra nucleare, che cosa succederebbe se Russia e Stati Uniti usassero i loro arsenali nucleari

22 Agosto 2019 - 07:05 Juanne Pili
Il rischio di scatenare un inverno nucleare continuerà a esserci se esistono ancora arsenali atomici

Il misterioso evento nucleare avvenuto a Severodvinsk agli inizi di agosto – proprio quando stavamo finendo di digerire il ricordo del più grave disastro nucleare della Storia con la serie Tv Chernobyl – ha dato spazio a diverse congetture e ricostruzioni, giustificate dal fatto che le informazioni su quanto è successo ci arrivano col contagocce.

La paura suscitata da episodi di questo tipo forse non è la stessa del periodo della Guerra fredda, quando sul serio sarebbe bastato un nulla per far piombare l’umanità in un «inverno nucleare». Tutt’oggi esiste un comitato di «scienziati atomici» che aggiornano periodicamente la lancetta del «orologio dell’apocalisse». Più la lancetta si avvicina alla mezzanotte, maggiore è la probabilità che scoppi una guerra nucleare.

Oggi, se pur teoricamente, ipotizziamo anche di poter colonizzare un giorno Marte, dopo una sequenza di bombardamenti atomici nei suoi poli, in modo da alzarne la temperatura media.

Anche in questo caso, a seguito del rilancio della proposta da parte di Elon Musk, diversi critici hanno sollevato lo stesso pericolo. Ma cosa si intende esattamente per inverno nucleare? Non sarebbe esattamente come durante i lunghi inverni di Game of Thrones.

Recentemente alcuni ricercatori hanno pubblicato sul Journal of Geophysical Research uno studio che ricostruisce questo scenario, ipotizzando che Russia e Stati Uniti facciano esplodere tutto il loro arsenale atomico.

Come sarebbe un inverno nucleare?

Secondo le simulazioni e nonostante precedenti accordi di non proliferazione, anche oggi gli arsenali di Mosca e Washington, se usati in una ipotetica guerra, ci farebbero precipitare nell’inverno nucleare. 

Parliamo di un ipotetico scenario da dopoguerra nucleare e di ciò che si aspetterebbero pochi sopravvissuti, visto che si conterebbero centinaia di milioni di morti, forse sarebbero miliardi, senza contare i decessi dovuti alle radiazioni ionizzanti nei giorni e mesi successivi.

Invece di incrementare ulteriormente il Riscaldamento globale, la schermatura delle polveri dai raggi solari porterebbe a un abbassamento della temperatura pari a 9°C. 

I risultati rappresentano il miglior modello sul tema dall’ultimo risalente al 2007, con dati più accurati sul clima e sulla chimica degli strati dell’atmosfera. Rispetto al modello precedente i dati ci restituiscono un ipotetico futuro più pessimista, con una permanenza della schermatura dal Sole molto più elevata.

Parliamo di circa 150 megatonnellate di fuliggine, coi conseguenti incendi che ne deriverebbero. L’emisfero Nord verrebbe coperto nel giro di una settimana, mentre il resto del pianeta sarebbe raggiunto dalla coltre di nubi entro quella successiva.

Staremmo comunque meglio dei dinosauri

A rendere accurato lo studio sono i dati che abbiamo potuto raccogliere sugli incendi boschivi e sulle eruzioni vulcaniche e a questi si aggiungono ovviamente anche quelli delle detonazioni nucleari avvenute durante i test. I cambiamenti climatici sarebbero conseguentemente devastanti.

Prima che la cappa di fuliggine radioattiva si disperda dovrebbero passare non meno di dieci anni. Questa dovrebbe essere l’autonomia dei bunker nucleari, dove i pochi fortunati riuscirebbero a rifugiarsi. Forse i prossimi progressi sulla produzione di cibo sintetico potrebbero contribuire a rendere la nostra vita sotterranea meno dura.

Eppure i ricercatori fanno notare che rispetto a quel che hanno passato i dinosauri quando un’asteroide li spazzò via, il nostro inverno nucleare sarebbe una passeggiata. Magra consolazione, ma non è sufficiente a darci maggiori speranze sulla sopravvivenza degli esseri umani. 

Tutto questo al netto degli effetti delle radiazioni nel breve e lungo periodo. Ragione per cui gli autori dello studio auspicano una «riduzione degli arsenali nucleari e l’eventuale disarmo di tutte le basi nucleari».

Foto di copertina: Bollettino degli Scienziati atomici/Doomsday clock (l’orologio dell’apocalisse).

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