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Il cinepanettone fascista in spiaggia a Chioggia, tra saluti romani e “Faccetta Nera”

22 Agosto 2019 - 12:00 Valerio Berra
Le immagini risalgono allo scorso Ferragosto e sono state pubblicate dal "Corriere della Sera". La dinamica è confermata anche da un video che Open pubblica in esclusiva

Due anni fa la denuncia per apologia di fascismo. Gianni Scarpa era il gestore della famigerata spiaggia di Punta Canna, vicino a Chioggia. Un lido turistico amorevolmente decorato con foto di Benito Mussolini e citazioni del Ventennio. E ora un nuovo caso, ora documentato da un video.

Il 15 agosto fa una nuova denuncia, questa volta per violenza privata aggravata da finalità di discriminazione razziale. Ancora nella spiaggia di Punta Canna, ancora con protagonista da Gianni Scarpa. Un uomo di 65 anni a cui i clienti dello stabilimento, a sentire uno dei suoi collaboratori, «vogliono ancora molto bene».

Il tentativo di minimizzare l’accaduto

A Ferragosto due donne padovane di origine africane hanno denunciato Gianni Scarpa per aver diffuso musiche fasciste, di aver urlato al megafono frasi di Mussolini e di averle quindi costrette ad andarsene. Un fatto che sia Scarpa, sia gli altri gestori della spiaggia hanno subito cercato di sgonfiare.

Intervistato dal sito la Nuova, Andrea Delle Donne aveva dichiarato: «I clienti sono tutti dalla nostra parte. Sembra tutto un caso montato ad hoc. Non è stata fatta nessuna discriminazione razziale. Due, tre giorni dopo qui c’erano una decina di persone di colore. C’erano anche dei cinesi». Dall’intervista si apprende anche che da due anni Gianni Scarpa non si occupa più direttamente della gestione della spiaggia.

Sempre la Nuova ha raggiunto anche Scarpa, che si è fatto riprendere accanto a due supposti cartelli goliardici. Il primo recitava «Qui vige il partito vegiano! O la vagina o l’ano» mentre il secondo «Zona ad alta frequenza di gnocche e gnocchi». Anche Scarpa ha tentato di minimizzare quello che è successo a Ferragosto.

Fonte: la Nuova | Un frammento dell’intervista a Gianni Scarpa

«Non capisco perché questa donna se la siano presa. Lo sa tutta Italia che sono antidemocratico. Per me quella donna voleva diventare famosa e andare dalla Barbara D’Urso. Io me ne frego, ho cinquecento testimoni». E continua: «A questa signora mi sento di dire che devono venire qui a offrirmi una birra, perché hanno sbagliato».

Il video, quello che è successo davvero

Il Corriere della Sera ha pubblicato un video che mostra quello che è successo davvero su quella spiaggia a Ferragosto. Si vede Gianni Scarpa su una torretta di Punta Canna, il microfono in mano e il braccio teso nel saluto romano. Una versione confermata anche da altre immagini che Open pubblica in esclusiva.

Le immagini riprendono lui e un suo collaboratori declamano in playback uno dei discorsi più celebri di Benito Mussolini, quello del 10 giugno 1940 dal balcone di Porta Venezia. Appena dopo il discorso di Mussolini parte Vorrei la pelle nera, hit di Nino Ferrer del 1967.

Qui è Scarpa a prendere il microfono. Interrompe la canzone e urla: «O ma che cazzo dici? Vorrei la pelle nera? Ma vai a cagare. Io vorrei Benito Mussolini». Lo speaker allora gli chiede: «Ma perchè odi tanto questa canzone della pelle nera e quando metto questo brano non dici niente?».

E parte Faccetta Nera, fra le braccia tese dei bagnanti in costume. Battute scadenti, stabilimenti balneari e un clima da villaggio turistico. Un cinepanettone fascista, in pratica.

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