La capitana della nave Iuventa rifiuta la medaglia di Parigi: «Anche la Francia criminalizza chi difende i migranti»
Il Comune di Parigi proporrà un incontro a Pia Klemp, capitana della Iuventa e di Sea Watch 3 che ha rifiutato di essere decorata dalla sindaca Anne Hidalgo perché in disaccordo con l’atteggiamento della Francia sulla questione migratoria. La città di Parigi aveva deciso di conferire a Carola Rackete e Pia Klemp la medaglia Grand Vermeil, massima onorificenza del comune. La medaglia voleva simboleggiare «la solidarietà e l’impegno di Parigi per il rispetto dei diritti umani» alle due ex capitane tedesche, «ancora perseguite dalla giustizia italiana».
Klemp è in effetti ancora sotto processo in Italia e rischia 20 anni di carcere, mentre l’arresto di Rackete non è stato convalidato dai giudici. «Signora Hidalgo, lei vuole decorarmi per la mia attività solidale nel mar Mediterraneo», aveva risposto Klemp alla marie della capitale francese, «Al tempo stesso, la vostra polizia strappa le coperte di gente costretta a vivere per strada, reprimete manifestazioni e criminalizzate persone che difendono i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo. Volete darmi una medaglia per azioni che combattete all’interno dei vostri confini. Sono certa che non sarete sorpresi che io la rifiuti».
Le «azioni» che Parigi combatte «all’interno dei suoi confini»
I fatti a cui si riferisce sono quelli che avvengono a Porte de la Chapelle, a nord di Parigi, dove ogni giorno i richiedenti asilo formano accampamenti di fortuna che vengono puntualmente evacuati dalla polizia, come documentato da Medici Senza Frontiere. Associazioni locali come P’tis Dej à Flandres, hanno reso pubblica la pratica delle forze dell’ordine di strappare coperte e trapunte ai migranti sotto i ponti, dove molti in inverno sono morti di ipotermia. Un’azione che, sebbene non di responsabilità della municipalità di Parigi, sta effettivamente avvenendo il Francia è il processo ad alcuni volontari che lavoravano per la difesa dei migranti. Il processo noto come quello dei «sette di Briançon» è stato soprannominato da molti in Francia come il «processo contro la solidarietà».
I militanti: una italiana, uno svizzero, un belga-russo e quattro francesi, di età tra i 22 e i 52 anni, sono stati condannati a pene che vanno fino a quattro mesi di prigione per avere aiutato alcuni migranti a entrare in Francia durante una manifestazione nella primavera 2018. «È ora di smetterla con le onorificenze ipocrite e di riempire questo vuoto con la giustizia sociale», ha scritto Klemp, mentre Carola Rackete non ha ancora dato un pubblico riscontro all’invito. Il Comune ha fatto sapere di voler discutere con Klemp, affermando in un comunicato: «Dominique Versini, assessora alla solidarietà e alla lotta contro l’esclusione contatterà al più preso Pia Klemp per proporle un incontro volto a discutere l’azione della città di Parigi sui migranti».
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