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Trattativa M5S-Pd, i dem: «Niente di insormontabile». I grillini: «Clima costruttivo»

23 Agosto 2019 - 20:38 Redazione
«Abbiamo chiesto al M5S che l'interlocuzione con il Pd sia l'unica», dicono i dem. «Il M5S ha chiesto garanzie sul taglio dei 345 parlamentari», dicono i grillini. E Di Maio e Zingaretti cenano insieme

Il primo incontro ufficiale tra i vertici per verificare la possibilità di creare una maggioranza alternativa di governo tra M5S e Pd termina con parole di positività. Da parte di entrambi gli attori in causa. Tanto che la sera stessa i leader delle due forze politiche impegnate nella trattativa vanno siedono a cena insieme.

«Noi siamo sempre stati e rimaniamo a favore del taglio dei parlamentari. Siamo disponibili a votare la legge ma riteniamo che vada accompagnato da garanzia costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare. È questo il senso del calendario che siamo disponibili a costruire insieme e in tempi rapidi», dichiarano nel pomeriggio in una nota il vicesegretario vicario del Pd Andrea Orlando e i capigruppo di Senato e Camera, Andrea Marcucci e Graziano Delrio. Solo loro i componenti della delegazione dem che ha oggi incontrato a Montecitorio la controparte 5 Stelle. Una apertura, dunque, messa ufficialmente nero su bianco, su quello che resta il punto imprescindibile per i grillini.

La trattativa

La trattativa tra M5s e Pd per formare un nuovo governo è quindi ufficialmente cominciata. E non ci sarebbero «problemi insormontabili», reciterebbe, secondo l’Ansa, un sms inviato da uno dei membri della delegazione Pd subito dopo il termine della con il M5s.

«Abbiamo posto come precondizione il tema di sciogliere ogni forma di ambiguità», dice all’uscita, parlando con i cronisti, l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando. «Ci deve essere una risposta chiara sul fatto che questa è l’unica interlocuzione. Per il resto non esistono, per quello che abbiamo visto, impercorribilità. Ma prima di entrare nel vivo – e possiamo essere fin da subito operativi sui vari dossier – va sciolto quel nodo».

«Abbiamo registrato un’ampia convergenza su agenda sociale e ambientale», aggiunge Graziano Delrio. «Anche il lavoro sulla legge di bilancio può partire nelle prossime ore». La delegazione si è poi recata al Nazareno per un incontro con il segretario Nicola Zingaretti.

«C’è stato un clima costruttivo. Il M5S ha posto sul tavolo il taglio dei 345 parlamentari, per noi è un punto fondamentale e propedeutico. Servono garanzie su questo aspetto», affermano dal canto loro fonti del M5S al termine dell’incontro con la delegazione del Pd.

Nella legislatura? Chiedono i cronisti alla delegazione grillina. «Abbiamo chiesto garanzie affinché il taglio dei parlamentari sia messo al primo calendario utile», dice Francesco D’Uva. E poi, sulla richiesta dei dem, chiarisce: «Non abbiamo altri tavoli né altri confronti con altre forze politiche». Neanche con la Lega, dice il pentastellato.

La giornata

Sono arrivati poco prima delle 14 a Montecitorio i capigruppo alla Camera e al Senato Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva. Presenti anche i vicecapogruppo del Movimento Francesco Silvestri e Gianluca Perilli.

A Montecitorio anche la delegazione dem, con i capogruppo alla Camera Graziano Delrio e quello del Senato Andrea Marcucci e il vicesegretario Andrea Orlando. «Stiamo facendo un tentativo. Dialogo anche con altre forze in Parlamento», dice Delrio. «Certo che è possibile», dice entrando a Montecitorio il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci ai cronisti rispondendo alle domande sulle possibilità di raggiungere un accordo. «Sono ottimista e fiducioso».

Il confronto tra i due partiti si è tenuto nella sala Siani, dove si trovano gli uffici del Movimento Cinque Stelle, ed è terminato poco prima delle 16.

Il Pd penserebbe ad alcuni tavoli tematici: sarebbe questa l’ipotesi emersa stamani al Nazareno al vertice col segretario Nicola Zingaretti. Il primo di questi tavoli, se il metodo verrà accolto da M5s, dovrebbe riguardare la legge di Bilancio che secondo Zingaretti, dovrebbe essere il primo punto della verifica per il nuovo governo.

«Tutti ci cercano»

Il Movimento 5 Stelle «ha oggi un potere contrattuale immenso. Tutti ci cercano. Ho visto nuove aperture della Lega al Movimento e mi sembra una buona cosa. Soprattutto perché non mi dispiacerebbe un Presidente del Consiglio del Movimento 5 Stelle. Ho visto inoltre porte spalancate da parte del Pd», scrive su Fb Alessandro Di Battista.

«Alziamo enormemente la posta sulle nostre idee e soluzioni per il Paese. Via 345 parlamentari e via i Benetton dalle nostre autostrade. Chi ci sta?».

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L’audio di Renzi

«Il taglio dei parlamentari si deve fare prima dell’inizio di qualsiasi altro discorso», dice Luigi Di Maio mentre lascia Montecitorio intorno alle 14, intercettato dai cronisti, per andare a pranzo con il sottosegretario Manlio di Stefano.

«Questi già litigano…», aggiunge riferendosi all’audio diffuso oggi di Matteo Renzi che accusa il presidente del partito Paolo Gentiloni di aver voluto boicottare la trattativa facendo trapelare che tra le condizioni poste da Nicola Zingaretti ci sarebbe in realtà quella di far saltare il taglio dei parlamentari tanto caro ai grillini. Boicottaggio che Renzi riterrebbe di aver affossato. «Li conoscevamo abbastanza, purtroppo: si chiarissero le idee»,, chiosa Di Maio. Nel pomeriggio arriva la dura smentita dell’operazione-Renzi da parte del segretario dem Zingaretti: «Ridicolo».

In questo momento «c’è un tavolo col Pd e credo non sia prevedibile un fallimento: Mattarella è stato chiaro vuole un governo credibile e duraturo. Salvini ha tradito ed è inaffidabile: e io no vedo una Lega senza Salvini», si sbilancia il sottosegretario M5s Manlio Di Stefano.

«Ora c’è un tavolo di confronto con il Pd», aggiunge più morbido in un secondo momento Luigi Di Maio. «Mi auguro che a questo tavolo si chiariscano le idee sul taglio. Qui si parla di poltrone, di passi indietro… ma gli unici che devono fare un passo indietro sono 345 politici che nella prossima legislatura non vogliamo più».

«Vogliamo fare la riforma che riduce i parlamentari. Siamo ad un passo da questo storico obiettivo. Se il Pd ci sta, sarà la base per il resto della trattativa», dice Giuseppe Brescia, presidente M5s della Commissione Affari costituzionali.

Poi servirà adottare quelle «misure che sventerebbero il rischio di una recessione al quale ci ha esposti solo ed esclusivamente la follia di un uomo assetato di potere: Matteo Salvini. E noi dobbiamo dirlo chiaro che con questo traditore non vogliamo avere più nulla a che fare», affonda Brescia.

In copertina ANSA/Massimo Percossi

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