Enrico Giovannini, l’intervista-programma del possibile premier: «Quale deve essere la priorità del prossimo governo»
Quello di Enrico Giovannini, ex presidente dell’Istat, docente di Statistica economica all’Università di Roma Tor Vergata e ministro del Lavoro del governo Letta è il nome più probabile tra i possibili candidati premier di un eventuale governo Pd-M5s. Il professore ha accompagnato Greta Thunberg durante la sua visita a Roma ed è tra i fondatori di Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Ancor prima delle elezioni di marzo 2018, Giovannini invitava, a più riprese, il centrosinistra a riorganizzarsi. Ieri 23 agosto invece, l’economista rilasciava anche un’intervista a Il Sussidiario, in cui scandiva quello che potrebbe essere interpretato come un programma politico.
Il professore usa parole care alla sinistra, come «redistribuzione della ricchezza», ma anche termini encomianti per la riforma-emblema M5S, il Reddito di cittadinanza, che «dovrebbe ridurre la povertà, in particolare quella assoluta, non eliminarla, perché la povertà è un concetto molto più ampio della mancanza di reddito». Critica però l’assenza, nella legge di bilancio, di riferimenti all’economia circolare, che, a detta sua, rilancia la produttività aziendale.
Riguardo l’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile, elaborata nel 2015, Giovannini afferma che abbiamo «perso quattro anni, perché non si è data una struttura forte di governance delle politiche per la sostenibilità». Fondamentale sarà per lui mantenere in vita la «cabina di regia per il coordinamento delle politiche istituita dal governo Conte su una direttiva approvata dal governo Gentiloni».
Secondo Giovannini, il problema dell’inquinamento e del cambiamento climatico non sono temi singoli ma problematiche sociali, economiche e addirittura finanziarie, che non possono essere affrontate singolarmente né marginalmente. «Bisogna invertire questo trend cambiando il modello di funzionamento delle nostre economie e delle nostre società. Per questo noi insistiamo nel voler introdurre nella Costituzione italiana il principio dello sviluppo sostenibile. Ma poi bisogna far sì che tutte le politiche siano orientate in questa direzione», afferma il ministro.
Un articolo di questo tipo nella Costituzione renderebbe anticostituzionali tutte le leggi che invece non rientrino in criteri di sostenibilità ambientale. Qualsiasi governo si formerà, sostiene l’economista, dovrà avere la sostenibilità in cima ai suoi obiettivi. D’accordo con l’Europa, che sotto la guida di Ursula von der Leyen sembra avere l’intenzione di andare nella direzione di un European Green Deal.
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