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La strategia di apertura dei 5s al Pd, la tensione nell’assemblea dei parlamentari: chi spera ancora nella Lega

Luigi Di Maio incontrerà la delegazione Pd ma non è escluso un ritorno con la Lega: i 10 punti M5S sono un invito per entrambi

Sedare i malcontenti interni per non fare saltare il dialogo con il Pd, ma nemmeno affossare quello con la Lega. Con questo spirito il capo politico M5S Di Maio ha affrontato l’assemblea con i deputati e i senatori 5 Stelle ieri sera, e prima il Capo dello Stato. Riassumendo l’esito del colloquio con Mattarella, Luigi Di Maio aveva stilato un elenco in 10 punti e non aveva mai citato né il Pd né la Lega. Dieci punti “benedetti” anche da Alessandro Di Battista, che ha incontrato durante una lunga riunione notturna.

I parlamentari 5 Stelle continuano a ripetere di non fidarsi né dei Dem né del Carroccio, ma contemporaneamente ripropongono il metodo del contratto di governo alle due forze politiche. L’obiettivo è di lasciare entrambe le porte aperte: c’è tempo fino a martedì. Di Maio e i capigruppo D’Uva e Patuanelli incontreranno la delegazione del Pd, come è stato deciso dall’assemblea M5S. Ma la riunione, durata quasi due ore, ha esplicitato sensibilità molto differenti. Non è stato escluso il ritorno con la Lega né è sfuggita la frase pronunciata da Salvini al Colle («Di Maio ha lavorato bene»). Tra chi non digerirebbe un accordo con il Pd, preoccupati dal peso dei renziani, c’è ad esempio Paola Taverna che ieri aveva lasciato la riunione 5 Stelle in anticipo.

Anche i gesti sono importanti: esattamente come durante le consultazioni di un anno fa, Luigi Di Maio ieri era uscito a piedi dal Quirinale. Ora si sente in una posizione di forza rispetto al segretario della Lega Salvini. Tra i curiosi che aspettavano fuori, è scattato qualche applauso. Prima di lui, il leader della Lega Salvini era invece entrato e uscito in auto, senza rilasciare dichiarazioni. Un silenzio irrituale per il leader leghista.

Il dialogo tra 5 Stelle e Pd parte comunque piuttosto in salita, visto che il M5S ha messo il tema del taglio dei parlamentari (bocciato per tre volte dai Dem in parlamento) come pre-requisito per aprire una trattativa. Il Pd si è dichiarato favorevole al taglio solo affiancandolo alla necessità di una riforma elettorale, che ha quindi tempi più lunghi.

I 10 punti proposti da Di Maio:

  • Taglio dei parlamentari
  • Manovra equa, con sterilizzazione dell’aumento dell’Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale e misure a sostegno delle famiglie, della natalità, dei disabili e per l’emergenza abitativa: «Avevamo promesso di abbassare le tasse alle imprese che assumono e va fatto. E va dichiarato illegale uno stipendio di 2 o 3 euro l’ora»
  • Ambiente: «Serve un Green New deal per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia»
  • Informazione: il M5s punta ad una legge sul conflitto di interessi e alla riforma della Rai
  • Giustizia e Csm: «Dobbiamo dimezzare i tempi della giustizia e riformare i modi di elezione del Csm. I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce»
  • Autonomia differenziata e riforma enti locali: «Va completato il processo e avviato un piano di cancellazione degli enti inutili»
  • Legalità: carcere per i grandi evasori
  • Un piano per il Sud
  • Banche. Per il M5s occorre una riforma sistema bancario che separi le banche di investimento dalle banche commerciali
  • Tutela dei beni comuni: «Dalla scuola all’acqua pubblica fino alla sanità e passando per le infrastrutture che appartengono ai cittadini e revisionando le concessioni autostradali»

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