Mediterranea, la Mare Jonio torna in mare. Salvini: «Di nuovo la nave dei centri sociali» – Il video
È ripartita al tramonto di ieri, 22 agosto, la Mare Jonio, la nave di monitoraggio, ricerca e soccorso della Ong italiana Mediterranea saving humans. Lascia il porto di Licata, salutata dalla Sea Watch ormeggiata lì accanto e ancora sotto sequestro, per tornare nel Mediterraneo centrale: è la missione numero 4 del 2019. «A monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani e, laddove ci siano persone in pericolo, a salvare vite», spiega la Ong in una nota.
La Mare Jonio, che batte bandiera italiana, «è stata sotto sequestro probatorio per più di due mesi dopo avere salvato 30 donne, uomini e bambini a maggio scorso», ricorda Mediterranea Saving Humans nel suo comunicato.
Il coordinatore della missione è una vecchia conoscenza, già diverse volte attaccata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini: Luca Casarini. Con lui 22 membri dell’equipaggio, distribuiti tra Mare Jonio e una barca d’appoggio: a bordo anche Cecilia Strada, ex presidente di Emergency, e la scrittrice Caterina Bonvicini.
E noi speriamo che possiate tornare in mare prima possibile, dove c’è tanto bisogno di voi: a prestissimo! https://t.co/A4Cp83Va7X
— Cecilia Strada (@cecilia_strada) August 23, 2019
La reazione di Salvini
L’attacco del leader della Lega non si è fatto attendere. «Dopo due mesi di sequestro, torna incredibilmente in acqua la nave dei centri sociali, con l’ex animatore dell’osteria “Allo sbirro morto” e compagni! Spero che nessuno pensi a un governo dei porti aperti… Mai col Pd!», scrive su Facebook Salvini.
L’equipaggio
Casarini, classe 1967, è stato uno dei leader del movimento no global tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Attivo politicamente già dai primi anni ’90, in particolare nel Nord Est, Luca Casarini è divenuto un volto noto a livello mediatico per le azioni di contestazione inscenate durante i giorni del G8 di Genova, nel 2001. Contro Casarini, il ministro dell’Interno si era scagliato fin dalla prima missione di Mediterranea.
Dopo che la procura di Agrigento ha disposto il dissequestro della Mare Jonio, la nave madre del progetto Mediterranea ha ripreso quindi il largo. Insieme a loro anche la Ong tedesca Lifeline, che «ha deciso di supportare questa missione con l’apporto di una ulteriore barca a vela, nel solco della collaborazione simbolica e materiale che ha visto le navi della società civile europea continuare nonostante tutto a difendere strenuamente il diritto e i diritti contro l’arbitrio e la violenza del potere».
Si tratta della barca a vela «Matteo S.», e l’ong tedesca, secondo quanto ricostruisce Avvenire, ha in mare ha anche la «Sebastián K.». I nomi evocano, evidentemente, quelli di Salvini e del cancelliere austriaco Kurtz, tra i leader europei più ostili ai salvataggi in mare.
La Mare Jonio ha incrociato stamane in mare anche la Ocean Viking, con a bordo 356 persone salvate nel Mediterraneo centrale. Il premier maltese Joseph Muscat ha confermato che i migranti a bordo della nave di Sos Mediterranée e Medici senza Frontiere verranno fatti sbarcare sull’isola dove poi saranno redistribuiti in sei Paesi membri dell’Unione europea: Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Romania.
Stamattina abbiamo incrociato la #OceanViking da 14 giorni in attesa di un porto sicuro per 356 naufraghi in fuga dalla guerra. Siamo felici di sapere che sbarcheranno in Europa nelle prossime ore, dopo troppe sofferenze. A loro il nostro abbraccio e la nostra solidarietà. pic.twitter.com/ZtQrdRocUj
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) August 23, 2019
Resta ancora sotto sequestro l’altra imbarcazione di Mediterranea, il veliero Alex, che aveva forzato il blocco imposto dal decreto sicurezza bis, facendo sbarcare i migranti a Lampedusa. Il pm Luigi Patronaggio e il procuratore aggiunto Salvatore Vella hanno modificato però la formula, e il sequestro da preventivo diventa probatorio.
«Alle spalle abbiamo tanti mesi difficili, in cui il dimissionario governo italiano ha messo in campo ogni mezzo per fermarci, e in cui con ogni mezzo abbiamo continuato nella nostra missione, anche quando ci siamo ritrovati a portare in salvo 59 profughi di guerra su una barca a vela», dice Mediterranea.
Video e foto/Mediterranea Saving Humans
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