Orfini striglia Zingaretti: «Non è stato un bello spettacolo». E sull’accordo Pd-M5s… cosa può farlo saltare
«Lo dico a tutto il Pd a consultazioni aperte non ci si parla con veline e contro veline. Non si fanno esegesi anonime. Non si gioca con le dichiarazioni fatte da “fonti vicine a”. Si va al Quirinale e si parla lì. Per rispetto al Capo dello Stato, al paese. E anche a se stessi». Con queste parole affidate ad un tweet l’ex presidente del Partito Democratico Matteo Orfini ha commentato il comportamento dei suoi colleghi del Partito Democratico alle prese con le consultazioni al Quirinale.
Lo dico a tutto il Pd: a consultazioni aperte non ci si parla con veline e contro veline. Non si fanno esegesi anonime. Non si gioca con le dichiarazioni fatte da “fonti vicine a”.
— orfini (@orfini) August 22, 2019
Si va al Quirinale e si parla lì.
Per rispetto al Capo dello Stato, al paese. E anche a se stessi.
E oggi l’esponente dem, fedelissimo renziano, torna all’attacco di alcuni membri del Partito Democratico al lavoro per trovare un accordo per la creazione di un governo di legislatura con il Movimento Cinque Stelle dalle pagine de La Stampa.
«A me – spiega Orfini – è capitato di farle le consultazioni, ma mai è successo quello che è accaduto in queste ore. Quando si va al Colle, si parla al Colle. Non esiste che ci si parli con agenzie anonime, con esegesi originali di quello che pensa un partito. Questo fa perdere di credibilità a tutto il gruppo dirigente».
«Noi abbiamo costruito un percorso in direzione – continua l’esponente dem – con un ordine del giorno votato all’unanimità. Oggi questo percorso si apre formalmente. C’è il tempo di un confronto. Spero che il Pd dimostri di essere all’altezza della gravità della situazione. Deve cessare la polemica interna».
Perché al centro della polemica di Orfini ci sarebbero dei «giochetti interni (al Pd, ndr) fatti dalla maggioranza e dalla minoranza. Se la smettiamo, si può tentare anche un’operazione complicata come questa. Sennò è inutile imbarcarsi».
Orfini dice di essere consapevole del fatto che l’accordo per un governo giallorosso «sia un lavoro complicato», perché «il M5S non è una costola della sinistra, ma è una forza politica alternativa». «Certo – continua – in alcune fasi si può arrivare a costruire maggioranze tra forze alternative tra loro. Non è scontato ci si riesca, anzi è molto complicato. Ma si può tentare».
A complicare l’alleanza tra le due forze politiche, secondo Orfini, ci sarebbe anzitutto la questione del taglio dei parlamentari. «Io sono contrario al modello proposto dal M5s. Noi, nella nostra riforma bocciata dal referendum, tagliavamo i parlamentari nell’ambito di una riforma complessiva», spiega il dem.
«Nello schema M5S – chiarisce – si strozza la rappresentanza e si dà un potere estremo a una minoranza che vince. Il taglio deve essere accompagnato da una riforma elettorale, che per me deve essere di impianto proporzionale, in modo da garantire un equilibrio».
E infine, Orfini chiosa lasciando un margine di spiraglio costruttivo nella creazione dell’asse M5s-Pd: «Io penso che M5S possa convergere su un taglio dei parlamentari accompagnato da una legge proporzionale».
Nel frattempo, i capigruppo del Movimento Cinque Stelle e del Partito Democratico hanno annunciato di aver fissato un incontro per oggi, venerdì 23 agosto, alle 14.
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