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Renzi, la bordata sulla trattativa Pd-M5s: «Gentiloni ha provato a farla saltare». Ma Zingaretti smentisce – L’audio

23 Agosto 2019 - 15:58 Redazione
In un audio il senatore semplice punta il dito contro il presidente del Pd. Ma il segretario lo smentisce: «Ridicolo»

«È Paolo Gentiloni che ha fatto passare il messaggio di una triplice richiesta di abiura da parte del Pd ai 5Stelle». Dalla sua Toscana, mentre a Roma va in scena la giornata clou delle consultazioni con il suo esito ancora sospeso, Matteo Renzi lancia pesanti attacchi al suo compagno di partito – nonché successore a Palazzo Chigi – Paolo Gentiloni.

Accusandolo di essere, in questa crisi di governo agostana, l’autore del tentativo di far saltare tutto nella trattativa con il Movimento 5 Stelle per la formazione di una nuova maggioranza e dell’ormai famoso governo giallo-rosso che chissà se mai verrà.

L’ex premier si riferisce soprattutto alla chiusura alla riforma sul taglio dei parlamentari, che il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha detto di non volere, almeno per come è stata scritta e votata. E in tarda mattinata arriva un retroscena su Ansa per cui, così, Renzi sarebbe convinto di «avere sventato l’operazione di Gentiloni per far fallire la trattativa con M5S».

Lo riferiscono persone che hanno avuto modo di parlare oggi con il senatore dem ancora in Garfagnana. «Il tentativo di Paolo era a scadenza ieri alle ore 17 – ha detto Renzi ai suoi interlocutori, secondo quanto riportato -, per indurre Di Maio a rompere dopo le consultazioni, ponendogli condizioni inaccettabili come la rinuncia al taglio dei parlamentari. Obiettivo fallito, la trattativa è partita su buone basi», avrebbe detto Renzi.

La smentita di Zingaretti

«Non è mai esistita ovviamente nessuna manovra del Presidente Gentiloni per far fallire l’ipotesi di un nuovo Governo e sostenerlo è ridicolo e offensivo», puntualizza in una nota il segretario del Pd Nicola Zingaretti nel primo pomeriggio.

«Stiamo nel pieno di consultazioni delicatissime e stiamo lavorando tutti insieme per raggiungere un obiettivo difficile: quello di dare vita a un Governo di svolta per cambiare l’Italia; e questo passa per uno spirito unitario, per difendere contenuti storia e valori del Partito Democratico».

L’audio

Matteo Renzi ha parlato ieri, scrive Repubblica, nella sua scuola di formazione politica a Barga, in Garfagnana: una lezione per ragazzi e ragazze under 30 su media e “spin” dei politici. Che viene registrata e poi diffusa. Renzi si riferisce anche a due testate, la stessa Repubblica e l’Huffington Post, «guarda caso dello stesso editore», spiega, che si sarebbero fatte manipolare.

I grillini, dice Renzi, «ci avevano detto ‘noi ci stiamo se ci garantite che possiamo arrivare almeno al referendum sul taglio dei parlamentari’. L’ala trattativista, guidata da Franceschini, aveva detto: ‘A noi va bene se garantite dei contrappesi’».

«Il modo in cui lo spin è stato passato è un modo finalizzato a far saltare tutto», affonda Renzi riferendosi duramente a Gentiloni, che insieme ai dei capigruppo Pd di Camera e Senato Marcucci e Delrio e al segretario Zingaretti è salito al colle per parlare con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri per le consultazioni.

Gentiloni «era al Colle ma non ha aperto bocca. Non ha detto nella sede ufficiale ciò che pensava. Ma lo ha detto a due giornali» – appunto Repubblica e l’HuffPost. La parte dei 5Stelle «che vuol far saltare tutto – legata a Di Battista e Paragone – a quel punto ha detto ‘Zingaretti è Giuda’. E in questo rilancio il messaggio M5S è stato: ‘Noi andremo da Mattarella a dire mai con il Pd’».

Media e giornali sono poi, per Renzi, colpevoli della creazione di «una narrativa» dove il premier dimissionario Giuseppe Conte è un «grande statista» e dove il bipolarismo è tra Conte e Salvini. Infine l’avvertimento: «Nel Pd, ove vi fosse la rottura, sarà un caos. Se uno, contravvenendo alle regole interne, con un spin fa saltare tutto, non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni».

I rischi secondo l’ex premier

«Ora vediamo cosa fanno i cinquestelle, una parte di loro vorrebbe tornare con la Lega», avrebbe detto ancora Matteo Renzi secondo le fonti interpellate dall’Ansa.

Ma anche Zingaretti «se non porta a casa l’accordo avrà grossi problemi con buona parte della sua maggioranza, quella che l’intesa con il M5S l’ha sempre voluta. E con personaggi di peso come Prodi e Landini. Nicola deve decidere se vuole dare il colpo di grazia a Salvini, che mi sembra un pugile suonato, formando un governo che lo tenga lontano dal potere, oppure dargli l’opportunità di rialzarsi con le elezioni. Ha più interesse a liberarsi di lui o dei renziani in Parlamento (attraverso il voto, ndr)?».

Renzi avrebbe ribadito di sentire costantemente Zingaretti e il vicesegretario vicario del Pd Andrea Orlando. E sul rischio di una scissione ventilato nella parte finale dell’audio pubblicato da la Repubblica, il senatore avrebbe ridimensionato la portata delle sue frasi.

Infine, tra le ipotesi per il ruolo di premier del governo M5S-Pd Renzi avrebbe elencato Raffaele Cantone, Paola Severino, Enrico Giovannini e l’ex ministro della Cultura Massimo Bray.

In copertina un fermo immagine mostra l’abbraccio tra Matteo Renzi e Paolo Gentiloni alla manifestazione del Pd, Roma, 30 settembre 2018. ANSA

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