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Sondaggio Tecné, quanti voti sta costando la crisi di governo alla Lega di Matteo Salvini – I dati

23 Agosto 2019 - 07:23 Redazione
Secondo Tecné, il 65% degli italiani è per tornare alle urne

L’ultimo sondaggio di Tecné registra quanto la crisi di governo sia costata in termini di consensi alla Lega. Rispetto alle elezioni Europee, dove aveva raccolto il 34.3% dei voti, se si andasse oggi alle urne sembra che il partito di Matteo Salvini prenderebbe il 31,3%. Pur rimanendo l’unica forza politica sopra il 30%, la Lega avrebbe perso tre punti dopo la decisione del suo leader di far cadere il governo. E questo nonostante il fatto che l’83% degli elettori leghisti si dica d’accordo con la posizione presa dal suo leader.

Il Partito Democratico invece pare avere guadagnato da questa crisi in termini di popolarità: dal 22.7% delle Europee sarebbe passato al 24.6%, salendo di poco meno di due punti. Cresce anche il consenso per il Movimento Cinque Stelle di Luigi di Maio che, dopo la ripida caduta starebbe recuperando punti. Sono proprio i grillini quelli che più sono stati premiati da questi crisi passando da un 17.1% alle europee al 20.8%: quasi quattro punti di differenza.

In calo invece anche Forza Italia di Silvio Berlusconi, che perde mezzo punto: a maggio aveva l’8.8% mentre ora si fermerebbe all’8.3%. Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni cresce impercettibilmente passando dal 6,5% al 6,7%. Cadono invece +Europa e La Sinistra, scendendo rispettivamente da 3.1% a 2.5% e da 1.7% a 1.4%. Contrariamente al resto d’Europa, in Italia cala il consenso per Europa Verde che da 2.3% scende all’1.8%. Ma il partito che raccoglie il maggior numero di consensi è quello dell’astensione, che secondo Tecné si attesta ora al 48.3%.

Giusto aprire la crisi di governo

Più della metà degli italiani è d’accordo con l’apertura di una crisi di governo mentre il 38% avrebbe voluto che la coalizione Lega-M5S portasse a termine il mandato. Alcuni avrebbero preferito che l’esecutivo giallo-verde cadesse prima: il 16% già all’indomani delle elezioni europee e il 12% dopo il voto sulla Tav che ha diviso il governo. Il 22% degli italiani avrebbe invece preferito che la crisi avvenisse dopo l’approvazione della legge di stabilità.

Tornare alle urne

Sul cosa fare dopo sembra che gli italiani siano più propensi verso le urne: il 65% del Paese vorrebbe andare al voto. Tra i leghisti, la maggioranza (62%) crede che le elezioni dovrebbero avvenire già tra ottobre e novembre mentre il 24% è convinto sia giusto aspettare l’approvazione della legge di bilancio. Tutti, tranne il 5%, si oppongono alla seconda chance per un governo Lega-M5S.

Anche tra gli elettori M5S l’opzione più popolare è quella di tornare alle urne: la sostiene il 47% dei grillini contro un 18% favorevole a un esecutivo di alleanza con il Pd e un 8% a un nuovo governo gialloverde.

La maggiore propensione verso le urne si riscontrerebbe però tra chi vota Pd: il 69% dell’elettorato di centrosinistra andrebbe al voto. Il 24% lo farebbe subito mentre il 35% aspetterebbe l’approvazione della legge di stabilità. Il 22% si direbbe favorevole a un’intesa con il M5S mentre solo il 5% sarebbe aperto ad allearsi con Forza Italia.

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