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I medici di base rispondono a Giorgetti: «Siamo un mondo finito? È fuori dalla realtà»

24 Agosto 2019 - 20:26 Redazione
Al Meeting di Rimini il sottosegretario leghista ha parlato dei medici di famiglia, suscitando la reazione di esponenti della categoria e di politici

Non sembrano avere apprezzato l’intervento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti che, al Meeting di Comunione e Liberazione, è intervenuto sul tema della sussidiarietà e, parlando della difficoltà di avere punti di riferimento, ha dedicato ai medici di base questa considerazione: «Chi va più dal medico di base?». (In fondo all’articolo, il discorso completo).

«Non so quale realtà parallela descriva il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. I numeri dicono che ogni giorno negli studi dei medici di famiglia del nostro Paese passano 2 milioni di italiani», ha detto il segretario generale della Federazione nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti all’Adnkronos Salute.

«Noi restiamo l’unico riferimento di assistenza aperta e gratuita. Altro che visita dallo specialista cercato su Internet: con l’aumento del ticket sulla specialistica, sono i nostri studi ad accogliere chi fa fatica a sostenere i costi», ha aggiunto Scotti.

Anche l’immunologo Roberto Burioni ha invitato a non sminuire il ruolo del medico di base, mentre il deputato M5S Giorgio Trizzino (medico) ha accusato l’esponente leghista di far passare messaggi dannosi per la tenuta del Sistema sanitario nazionale.

Cosa ha detto Giorgetti al meeting di Rimini

«Io vivo in una realtà territoriale molto fortunata ma vedo grande solitudine, straniamento, senza punti di riferimento (…) I sacerdoti non ci sono più, sono stati sostituiti dagli psicologi (…) mancheranno 45mila medici di base nei prossimi cinque anni, ma chi va più dal medico di base? Senza offesa per i medici di base anche qui presenti in sala…nel mio piccolo paese vanno per fare le ricette mediche ma chi ha meno di 50 anni va su internet (…) e cerca lo specialista. Tutto questo mondo qui, in cui ci si fidava del medico è finito. Voglio dire che è fortunato chi trova un punto di riferimento».

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