Incendi in Amazzonia: Bolsonaro invia l’esercito per fermare l’avanzata delle fiamme
Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha firmato un decreto il 23 agosto per autorizzare il dispiegamento dei soldati nelle riserve naturali, nella foresta e nelle terre dove vivono gli indigeni. È la prima vera reazione concreta che il governo di Bolsonaro ha adottato per contrastare l’avanzata degli incendi in Amazzonia. Il decreto, tuttavia, è molto vago: si apprende che i militari saranno messi a disposizione dei governatori dei vari Stati brasiliani per «azioni preventive contro i crimini ambientali – e per – aiutare i pompieri a combattere le fiamme». L’ordinanza sarà valida fino al 24 settembre, un mese.
Bolsonaro alle strette
Stando a quanto scrive la Bbc, la mossa del presidente è stata forzata dalle ritorsioni che la comunità internazionale ha minacciato nei confronti del Paese. Con il forte dubbio che Bolsonaro abbia già incoraggiato l’attività di sfruttamento del sottosuolo e del mercato del legname, alcuni Stati hanno minacciato sanzioni economiche nel caso in cui il presidente non avrebbe agito per fermare gli incendi in Amazzonia.
In un messaggio televisivo alla Nazione, Bolsonaro ha liquidato la questione con questa affermazione: «Gli incendi esistono nelle foreste di tutto il mondo e non possono essere utilizzati come pretesto per imporre sanzioni internazionali». La Francia e l’Irlanda avevano già minacciato di non ratificare più un accordo commerciale con il Sud America se Bolsonaro non avesse fatto qualcosa per tutelare l’Amazzonia. Il ministro dell’Economia finlandese, invece, ha chiesto all’Unione europea di considerare l’embargo sull’importazione di carne brasiliana.
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