L’ultimatum su Conte? Acqua passata. E la trattativa sul premier riprende
Mentre Giuseppe Conte è in missione in Francia al G7 di Biarritz nelle vesti di premier dimissionario – dove peraltro ha raccolto altri encomi, questa volta da parte del presidente del Consiglio Ue uscente Donald Tusk che lo ha definito un «esempio di lealtà» – in Italia si tratta anche sul suo futuro.
Dopo l’ultimatum di un governo Conte bis fatto recapitare da Luigi Di Maio al Partito democratico venerdì sera – e respinto da Nicola Zingaretti – la nomina del nuovo premier torna al centro della trattativa per un nuovo esecutivo giallorosso.
Le divergenze sulle personalità sembrano pesare sul possibile futuro di un nuovo esecutivo quanto le divergenze su temi centrali come il taglio dei parlamentari, sul quale c’è stata una nuova, parziale apertura da parte dei dem, pronti a negoziare una riforma in merito, seppure con «le necessarie garanzie costituzionali».
L’ipotesi Conte bis e l’offerta di Salvini a Di Maio
Ma sulla nomina del premier invece per il momento la trattativa è ancora più serrata. Anche perché sono diverse le figure autorevoli che paiono caldeggiare un Conte bis, a partire da Beppe Grillo che lo ha promosso al rango di “elevato”, passando per Matteo Renzi, che in un apparente dispetto alla leadership del Pd si è espresso a favore. Il Conte bis sembra essere anche la preferenza degli iscritti al Movimento a giudicare dalle email ricevute nelle ultime ore, così come verificato da Open.
Anche Roberta Lombardi, attualmente consigliera e capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Regione Lazio, ma in passato la prima capogruppo alla Camera del Movimento – tra le protagoniste della famosa trattativa con il Pd di Pierluigi Bersani, silurata da Renzi – in un’intervista a Il Fatto Quotidiano ha lodato la «grande credibilità anche a livello internazionale» di Conte seppure sostenendo, con una citazione di Gianroberto Casaleggio, che «nessuno è indispensabile».
Lombardi è stata più diretta e critica invece per quanto riguarda la possibilità di un premierato targato Luigi Di Maio, un’ipotesi diventata più probabile a seguito dell’offerta che Matteo Salvini avrebbe fatto al suo omologo in serata, per deragliare la trattativa con il Pd: «Ritengo che i nomi di primo piano di Pd e M5S non dovrebbero fare parte di un eventuale nuovo governo – ha dichiarato Lombardi. Potrebbero essere divisivi. Ora servono responsabilità e coraggio».
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