Amazzonia, il motore di ricerca che riforesta il pianeta e Wwf Italia chiedono aiuto per salvare l’ambiente
Mentre l’Amazzonia continua a bruciare, negli ultimi giorni si sta assistendo alla mobilitazione delle figure politiche internazionali, ma non solo. Cantanti, stilisti, enti benefici stanno facendo sentire la propria voce, assumendo una posizione netta e chiara sulla necessità di proteggere la foresta più grande del mondo dilaniata dalle fiamme.
Le proposte di Wwf Italia
Wwf Italia chiede ai Paesi del G7 di impegnarsi su 4 proposte per intervenire subito. La prima richiesta è che sia creata una task force internazionale dotata di uomini e mezzi adeguati per aiutare il governo brasiliano a spegnere gli incendi e che sia subito operativa.
La seconda richiesta, è che i Paesi mettano a disposizione le proprie agenzie spaziali, non solo per rilevare l’esatta estensione degli incendi e i danni prodotti alla foresta, ma anche come strumento di sorveglianza dell’area.
Quindi il G7 deve richiedere al Brasile norme per introdurre il divieto di riutilizzare ai fini economici le aree devastate degli incendi. L’ultima richiesta è che i Paesi si attivino per una conferenza internazionale per l’Amazzonia con misure concrete di protezione.
Wwf Italia ribadisce il suo appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte affinché l’Italia si faccia promotrice di una forte presa di posizione con una risoluzione straordinaria sulla tutela del polmone del Pianeta.
Ecosia che funziona come Google ma tutela l’ecosistema
Ecosia è un motore di ricerca, a scopo di lucro, nato in Germania e lanciato il 7 dicembre 2009, in concomitanza della conferenza ONU sui cambiamenti climatici di Copenhagen, in collaborazione con Yahoo e Wwf.
In risposta all’incendio che sta poco a poco devastante l’Amazzonia, ha deciso di piantare un milione di nuovi alberi per tentare di ripristinare parte del verde andato perduto.
Come con tutti i motori di ricerca, gli introiti di Ecosia derivano dagli spazi pubblicitari. L’80% del fatturato – come dichiarato – viene reinvestito nella riforestazione di alcune aree in giro del mondo, come il Brasile.
Il fine ultimo per la società sarà quello di «coltivare concretamente un mondo più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico», finanziando la riforestazione di un miliardo di nuovi alberi nella foresta atlantica entro il 2020.
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