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Crisi di governo, Zingaretti insiste: «Discontinuità sui nomi. L’Italia non capirebbe un rimpastone». M5S: «Basta incertezze. Conte e stop»

25 Agosto 2019 - 18:36 Redazione
Conferenza stampa del segretario del Pd a meno di 24 ore dal prossimo incontro con la delegazione dei 5 Stelle

A meno di 24 ore dal prossimo incontro tra la delegazione Pd e quella del Movimento 5 Stelle, il segretario Dem prova a dettare le sue condizioni per la formazione di un possibile governo giallorosso. Insiste nel chiedere discontinuità nei nomi, e dunque chiude ancora una volta a Conte. Una strategia opposta a quella di Luigi Di Maio, che insiste: «La soluzione è Conte, il taglio dei parlamentari e la convergenza sugli altri 9 punti».

«L’Italia non capirebbe un rimpastone. Abbiamo un mandato sancito dalla direzione di dare vita a un governo di svolta e discontinuità per il futuro del Paese. Siamo al lavoro per un patto di governo, non per costruire ultimatum e contrapposizioni», ha detto Zingaretti durante la conferenza stampa convocata al Nazareno.

Parole che arrivano dopo la telefonata con Luigi Di Maio e la riunione di questo pomeriggio nella sede romana del partito con i membri della segreteria Dem e i capigruppo di Camera e Senato per elaborare un programma di governo. Nella telefonata tra i due leader, il capo politico M5S avrebbe provato a proporre al segretario Pd di lasciare ai Dem la maggior parte dei ministeri chiave, per superare il veto su Giuseppe Conte a Palazzo Chigi a cui i democratici restano contrari. Un retroscena raccolto dall’agenzia Agi e smentito dallo staff di Di Maio.

Pochi giorni fa Nicola Zingaretti aveva anticipato alcuni punti irrinunciabili per i Dem, seguiti poi dal decalogo presentato dal capo politico M5S Di Maio: ma la trattativa tra i due partiti è al momento ferma sul ruolo di Giuseppe Conte. Ed è un ‘zingarettiano’ come Andrea Orlando, a fine riunione, a mandare un messaggio ai 5 Stelle: «Sono tre giorni che aspettiamo di parlare dei problemi del Paese mentre i 5 stelle parlano solo di poltrone. Noi siamo qui da ieri a parlare di contenuti».

La replica del M5S

La soluzione è Conte, il taglio dei parlamentari e la convergenza sugli altri 9 punti posti dal vicepresidente Di Maio. Non si può aspettare altro tempo su delle cose semplicemente di buon senso. È assurdo. L’Italia non può aspettare il Pd. Il Paese ha bisogno di correre, non possiamo restare fermi per i dubbi o le strategie di qualcuno. Così il M5S in una nota.

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