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L’Amazzonia brucia, la devastazione dei roghi si vede dallo spazio: le immagini di Parmitano – Le foto

26 Agosto 2019 - 16:31 Redazione
«No Planet B», twitta l'astronauta. «Non c'è un altro pianeta»

La Foresta Amazzonica brucia, e si vede anche dallo spazio. Luca Parmitano, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a bordo della Stazione Spaziale, ha scattato e postato su Twitter alcune foto che dimostrano come il fumo degli incendi che stanno devastando l’Amazzonia si sia esteso per migliaia di chilometri.

«No Planet B», twitta l’astronauta. «Non c’è un altro pianeta».

Le immagini di Greenpeace

Anche Greenpeace diffonde alcune immagini realizzate da una squadra di Greenpeace Brasile Sorvolando gli stati di Rondônia e Pará: le foto documentano gli incendi che, nelle ultime settimane, stanno devastando la foresta amazzonica. Tra gennaio e agosto 2019, dice l’organizzazione, «il numero di incendi nella regione è aumentato del 145 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018».

In Amazzonia «incendi e deforestazione vanno di pari passo. Quest’anno il 75% dei focolai si è verificato in aree che nel 2017 erano coperte dalle foreste e che successivamente sono state deforestate o degradate per lasciare spazio a pascoli o aree agricole. Negli stati di Rondônia e Pará, ad esempio, gli incendi mostrano chiaramente l’avanzata dell’agricoltura industriale nella foresta, spesso per far spazio a pascoli per il bestiame e colture, soia in particolare, destinate alla mangimistica», dice ancora Greenpeace.

Dei 6.295 focolai registrati tra 16 e il 22 agosto, il 19% si è verificato in aree naturali protette, «il 6% delle quali appartengono a diversi Popoli Indigeni».

Le fiamme che stanno consumando l’Amazzonia «non sono un problema solo per il Brasile, ma per l’intero Pianeta», dice Marcio Astrini di Greenpeace Brasile. «Con l’aumentare degli incendi, infatti, aumentano anche le emissioni di gas serra, favorendo ulteriormente l’innalzamento della temperatura globale e, conseguentemente, il verificarsi di eventi meteorologici estremi che rappresentano un grave pericolo per la fauna selvatica e la vita di migliaia di persone. Agire per porre fine alla deforestazione dell’Amazzonia deve essere un obiettivo globale e un obbligo per chi guida il Paese» .

«Perfino il settore agroindustriale ha ammesso che le politiche anti ambientaliste del governo possono causare danni economici. Nel frattempo, Bolsonaro non ha annunciato alcuna misura concreta per combattere la deforestazione», conclude.

La distruzione delle foreste, ricorda Greenpeace, «è una delle principali cause del cambiamento climatico e della massiccia estinzione delle specie».

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