Migranti, Lifeline salva 101 persone su un gommone: «Minacciati dalla Guardia Costiera Libica»
La nave Eleonore della ong tedesca Lifeline ha operato il soccorso di 101 persone a bordo di un gommone che stava affondando a 43 miglia da Homs, città e porto della Libia settentrionale.
Ad annunciarlo è la stessa ong tedesca su Twitter e ne dà conferma anche la ong italiana Mediterranea Saving Humans, la cui imbarcazione, la Mare Jonio, si trova da tre giorni in zona Sar (Search and Rescue, ricerca e soccorso) e comunica di aver offerto la sua assistenza: ora si sta dirigendo dall’area a ovest di Tripoli verso est.
È di oggi la notizia, riportata da Alarm Phone, che potrebbe esserci un altro barchino con 50 persone a bordo a largo della Libia. Il sospetto è che sia stato intercettato dai libici e le persone riportate indietro.
Durante il soccorso si sarebbe avvicinata anche la guardia costiera libica, che ha terrorizzato le persone soccorse e che poi si è allontanata. A bordo anche 30 minorenni, di cui la metà senza genitori o parenti. «I libici li hanno terrorizzati», spiegano a Open dalla ong.
Erano alla deriva da due giorni, raccontano i naufraghi. Eleonore batte bandiera tedesca: la Lifeline ha quindi informato le autorità della zona – i centri di coordinamento e soccorso di Italia e Malta – e il comandante, Claus-Peter Reisch, ha chiesto, secondo la ong, un porto sicuro anche al governo federale della Germania.
Unser Kapitän @ClausReisch und seine Crew konnten heute 31 Meilen vor der libyschen Küste etwa 100 Menschen aus Seenot retten. Claus-Peter Reisch bittet die Bundesregierung, um Vermittlung eines sicheren Hafens. https://t.co/EuDfEyHvbN
— MISSION LIFELINE (@SEENOTRETTUNG) August 26, 2019
«Abbiamo autonomia per poco, diciamo 36 ore», spiegano a Open da Lifeline. «La nostra imbarcazione è molto piccola: le persone hanno già il mal di mare e sul ponte entra acqua. Abbiamo bisogno di un porto scuro, subito».
I libici
«Il nostro capitano e il suo equipaggio sono stati in grado di salvare oggi circa 100 persone in emergenza al largo della costa libica», spiega la ong in una nota. «Le camere d’aria del gommone erano già rotte e svuotate». E Frontex «non ci ha inviato alcun allarme», dicono a Open da Lifeline.
Un aereo spagnolo, apparentemente dell’operazione Frontex, stava volando sopra di noi. Stavamo navigando da nord a sud. «Ma non ci hanno inviato alcuna chiamata di emergenza. Hanno chiamato solo i libici: è uno scandalo».
Il gommone blu «stava affondando e non c’era tempo da perdere». Secondo la ong, nel corso del trasbordo dal gommone in affondamento alla nave di Lifeline, la Eleanore, sul luogo sarebbe giunta un’imbarcazione Guardia costiera libica «a tutta velocità», a 50 metri e minacciando l’equipaggio.
I migranti soccorsi avevano «molta paura di dover tornare in Libia». Secondo Lifeline, la Guardia Costiera libica ha ignorato la disposizione di mantenere una distanza di sicurezza di 500 metri e disturbato l’azione di salvataggio.
Salvo poi rinunciare alla fine, convinti dal capitano della Lifeline Claus-Peter Reisch, le milizie hanno finalmente rinunciato. «Siamo lieti che tutti i nostri ospiti ora siano al sicuro». La Eleonore, spiega Mediterranea, sta facendo rotta verso nord alla ricerca di un porto sicuro per lo sbarco dei naufraghi.
Noch während die Menschen auf die #Eleonore gebracht wurden, näherte sich ein Militärboot in voller Fahrt. Es kam bis auf 50m an das Schiff der Lifeline heran. Die Menschen hatten Angst und haben mir entgegengerufen, dass sie nicht zurück nach Libyen wollen. #Seenotretttung pic.twitter.com/ovTg6EE0Tl
— Seegezwitscher (@seacoverage) August 26, 2019
Il comandante della Eleonore, Claus-Peter Reisch, è stato sotto processo a Malta lo scorso anno dopo che la nave Lifeline aveva attraccato nell’isola a fine giugno con a bordo 234 migranti.
L’uomo non era accusato di traffico di esseri umani ma di vari reati, tra cui la registrazione impropria dell’imbarcazione. Condannato a pagare una multa di 10mila euro a maggio scorso, Reisch ha fatto appello. La condanna è sospesa e la decisione dovrebbe arrivare entro il prossimo mese.
La Lifeline era stata accusata di agire come nave di salvataggio nonostante fosse registrata come imbarcazione da diporto nei Paesi Bassi: per il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli si trattava potenzialmente di una nave pirata.
Alle accuse del ministro, la ong aveva risposto pubblicando i documenti che dimostravano, dal loro punto di vista, la correttezza del loro operato e della registrazione della nave in Olanda.
La missione di Mediterranea
Eleonore è la nuova nave a motore di 20 metri di Lifeline, al momento impegnata nel Mediterraneo centrale in una missione indipendente. Lifeline è anche coinvolta in una missione di supporto alla Mare Jonio, la nave madre del progetto Mediterranea che ha ripreso il largo il 22 agosto scorso dopo che la procura di Agrigento ha disposto il dissequestro della imbarcazione.
Lifeline «ha deciso di supportare questa missione con l’apporto di una ulteriore barca a vela», la «Matteo S.», e l’ong tedesca, secondo quanto ricostruisce Avvenire, ha in mare ha anche la «Sebastián K.». I nomi evocano, evidentemente, quelli di Matteo Salvini e del cancelliere austriaco Kurtz, tra i leader europei più ostili ai salvataggi in mare.
In copertina Johannes Filous/Sea Coverage
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