Bangladesh, per sposarsi le donne non dovranno più dichiarare se sono vergini
L’Alta Corte del Bangladesh ha abolito il 27 agosto l’opzione «vergine» dai moduli musulmani di nozze. Ora le donne in procinto di sposarsi saranno solamente tenute a indicare se sono vedove, divorziate o nubili. Da tempo la presenza del termine «kumari», che sta a indicare la verginità di una donna, era criticata dalle associazioni femministe perché considerata umiliante e una violazione della privacy della donna. Ma non era l’unico elemento della legislatura sul matrimonio dello Stato a maggioranza musulmana a essere considerato discriminatorio. Oggi gli attivisti per la parità di genere festeggiano infatti due vittorie: il tribunale ha annunciato oggi un’altra novità: d’ora in avanti anche gli uomini dovranno fornire informazioni sul loro stato civile, obbligo che in precedenza era riservato alle donne. Questa decisione è considerata un enorme passo in avanti per tutti coloro che considerano uomo e donna uguali davanti alla costituzione del Bangladesh, ma sostanzialmente discriminati da testi legali minori. Il Paese è quarto nella classifica mondiale delle spose bambine, secondo una campagna dell’associazione Girls not Brides. Nel 2017, i legislatori del Bangladesh sono stati criticati per aver approvato una legge che permette a ragazze minorenni di venire date in spose dai loro genitori se questa scelta veniva fatta «nel miglior interesse» della ragazza.
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