Il vertice nella notte. Zingaretti non entrerà nel governo, Franceschini unico vice di Conte?
È cominciato alle 21.15, si sta inoltrando nella notte. Il vertice da cui dovrebbe nascere il governo M5s-Pd procede nell’ala di Palazzo Chigi adibita a residenza dei premier. Ed è lì che Giuseppe Conte sta facendo da padrone di casa, al tavolo di lavoro con Di Maio, Zingaretti e Orlando. I due Pd lo considerano come “punta” della squadra M5s, Di Maio lo indica come figura terza e neutra.
Una differenza che pesa sulla bilancia dei ministeri. Se va come chiede il Pd, accanto a Conte ci sarà solo un vice, Dario Franceschini, il dirigente che sicuramente si è battuto per primo perché si arrivasse al governo giallorosso. Sarà lui il capo delegazione Pd nel governo. Infatti Zingaretti ha ribadito la propria indisponibilità a entrare nell’esecutivo.
La sua strategia era nota da tempo: fare l’accordo e poi tornare al ruolo di governatore del Lazio fino alla fine della legislatura, e lì candidarsi a premier. In realtà la gran parte del partito voleva lui come vicepremier, per fini più i meno nobili. Invece niente.
Ci sarà invece Andrea Orlando, ma non alla giustizia. Zingaretti sta in realtà cercando il filotto: Misiani all’Economia, Gentiloni agli Esteri, Gualtieri commissario Ue. Ma a quanto pare si sta trattando anche sulle misure da prendere, e prima ancora di quelle da cassare, compresi i due decreti sicurezza. Vedremo. La notte è ancora lunga.
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