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Consultazioni, l’indiscrezione dal Quirinale: incarico al nuovo premier entro giovedì mattina

27 Agosto 2019 - 18:55 Redazione
Il presidente del Senato ha lasciato il Colle senza rilasciare dichiarazioni

Sono iniziate le consultazioni al Quirinale. Il capo dello Stato, dopo aver ascoltato telefonicamente il presidente emerito Giorgio Napolitano, ha ricevuto al Colle più alto la presidentessa della Senato Maria Elisabetta Casellati.

Alle ore 17 Mattarella ha incontrato Roberto Fico, presidente della Camera. Casellati e Fico non hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro con il presidente della Repubblica.

Domani sera, al più tardi giovedì mattina, secondo quanto hanno riferito coloro che stanno parlando con il presidenteil presidente della repubblica Sergio Mattarella dovrebbe comunque affidare un incarico a un premier: non c’è quindi sul tavolo nessuna ipotesi di incarico esplorativo.

Le possibilità sono al momento due: l’incarico andrà a un presidente del Consiglio politico se si sarà raggiunto un accordo tra i partiti con un perimetro politico e programmatico preciso, a un presidente del Consiglio istituzionale se non sarà stato raggiunto un accordo e si dovrà dare vita a un governo elettorale per portare il paese al voto anticipato.

In sostanza si tratterebbe di un governo di garanzia per gestire la fase che porta al voto. Nel primo caso, se cioè il Quirinale darà un incarico a un premier politico (in queste ore in campo c’è solo Giuseppe Conte), a quest’ultimo verrà dato il tempo necessario per fare le sue consultazioni, stilare la sua lista dei ministri e comporre un programma.

Pochi giorni o una settimana, tutto dipende dalle richieste del premier, che serviranno a perfezionare l’intesa e dopo le quali il presidente incaricato tornerà al Colle per sciogliere la riserva e consegnerà le sue proposte di ministri al presidente. Sempre che il premier incaricato abbia avuto successo.

A quel punto presidente e premier avranno un’interlocuzione sulla lista, visto che la Costituzione prevede che i ministri siano proposti dal premier e nominati dal presidente della Repubblica. Nominati finalmente i ministri ci sarà il giuramento e infine la fiducia delle Camere.

A parlare ai giornalisti alla Loggia della Vetrata sono stati invece gli esponenti del gruppo misto del Senato, Loredana De Petris (Liberi e Uguali) e Emma Bonino (+Europa).

«Abbiamo confermato la disponibilità di Leu a verificare la possibilità di dare vita a un governo di svolta di cui il Paese ha bisogno senza veti o pregiudiziali sui nomi: non serve un risiko di poltrone» ha detto De Petris. «Abbiamo espresso preoccupazione per l’incertezza in cui ci si trova con la congiuntura economica difficile e rischiosa. La necessaria discontinuità si vede non dai nomi ma dai programmi e dalle scelte politiche su temi determinanti come ambiente, temi sociali e diritti civili», ha concluso.

Di segno diverso invece la dichiarazione di Emma Bonino che ha chiarito che «+Europa non ritiene alle condizione date di poter dare fiducia a un governo che sembra un oggetto misterioso: noi non compriamo a scatola chiusa. Ci dobbiamo quindi riservare un giudizio definitivo a quando saranno più chiari gli obiettivi», che per +Europa sono ancoraggio europeo, immigrazione, giustizia, sostenibilità ambientale.

Nel gruppo misto alla Camera ci sono invece tre posizioni differenti. La maggior parte è «timidamente disponibile a sostenere un futuro governo con una nuova maggioranza, con la riserva di conoscere il programma». Le minoranze linguistiche invece non voteranno la prima fiducia del governo nascente. Resta di “opposizione” la linea seguita dai deputati Lupi e Lorenzin.

Domani 28 agosto, a partire dalle ore 10.00 arriveranno al Colle i gruppi parlamentari delle Autonomie. Alle 10,30 il presidente incontrerà Liberi e Uguali e alle 11 Fratelli d’Italia. Poi, nel pomeriggio, i colloqui più attesi con i gruppi maggiori: Forza Italia (16), Lega (17), Pd (18) e M5S (19).

Fonte video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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