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Trattativa M5S-Pd, vertice (e sorrisi) per il programma. Verso il Conte bis, ma resta il nodo su Di Maio vicepremier

27 Agosto 2019 - 21:15 Redazione
Dal fonte grillino è arrivata una risposta, forse positiva, ai dem dopo che nelle scorse ore sembrava essersi arenato qualsiasi accordo

Sembrava fatta. Sembrava mancassero solo gli ultimi dettagli. E poi è arrivata, la mossa del M5s che ha scombinato la carte: il voto per il contratto di governo su Rousseau. Una decisione che ha sollevato le critiche dal Pd, che lo ha definito uno «sgarbo istituzionale», visto che avverrebbe dopo il mandato affidato dal Quirinale per formare un governo.

La riunione del M5s

Pochi nomi forti, e pochi elementi di novità rispetto a tutte le informazioni uscite nella giornata di oggi. Si è conclusa così la riunione iniziata alle 20 del Movimento Cinque Stelle nell’auletta dei gruppi di Montecitorio. Una riunione a cui non ha partecipato il capo politico Luigi Di Maio, come non hanno partecipato Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro.

Presente alla riunione invece la ministra Elisabetta Trenta, che ai cronisti ha commentato così la scelta di lavorare fino a tardi: «Dobbiamo farlo. Per il bene del Paese, questo e altro».

Alle 18 c’è stata un’altra riunione, quella tra i capigruppo del Pd e del M5s. A parlare con i cronisti, appena finito l’incontro, è Stefano Patuanelli del M5s: «Il Pd ci ha illustrato i suoi punti e noi abbiamo ribadito i nostri dieci punti programmatici. Ci riaggiorniamo a domani, abbiamo chiarito che comunque il nostro capo politico è Di Maio. Ora stiamo andando da Di Maio per riferire».

Giuseppe Conte e il negozio di smartphone

Anche il premier Giuseppe Conte era a Roma nel pomeriggio, anche se in un luogo insolito per il suo ruolo. Insieme al figlio Niccolò si trovava in un negozio di smartphone davanti a Montecitorio. All’uscita è salito subito in auto, senza rilasciare nessuna dichiarazione.

La ripresa della trattativa

Andrea Marcucci all’uscita dal Nazareno con Graziano Delrio ha annunciato la ripresa della trattativa: «Finalmente abbiamo riaperto il tavolo dl programma. Alle 18 abbiamo una riunione alla Camera con i capigruppo M5s». E sul governo, offre un’altra anticipazione: «Lo schema con Di Maio vicepremier non è possibile».

Sempre Marcucci, capogruppo del Partito Democratico al Senato della Repubblica è tornato a parlare di Di Maio su Twitter: «Non puoò pensare di fare il vicepresidente». Intanto alcune fonti, rivelano che ci sarebbe stata una telefonata tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio.

Fonte: Twitter | Il giudizio di Marcucci su Di Maio

Intanto il Pd annuncia una nuova riunione della direzione nazionale. Si svolgerà domani mattina, dalle ore 10, nell’auletta dei gruppi parlamentari di Montecitorio.

I due centesimi di Toninelli

E un’apertura al governo Pd, forse inattesa, arriva anche da Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture bersagliato dalla critica incrociata durante il suo operato sia da Pd che da Movimento Cinque Stelle. Lo fa con un post su Facebook, definendo il suo pensiero come «i miei “two cents” in un dibattito che fa sembrare le cose più complicate di quanto siano».

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Fonte: Facebook | I “two cents” di Toninelli

Nello slang anglosassone l’espressione “two cents” viene usato per anticipare la propria opinione, di solito con una nota di umiltà. L’idea alla base di questa formula è: «Questa è solo la mia opinione, prendetela per quello che vale».

L’esito del vertice tra i Cinque Stelle

Dal vertice grillino era arrivata già una risposta ai dem: «Bene la chiarezza fatta dalla presidenza del Consiglio circa le false indiscrezioni trapelate nelle ultime ore – dicono dal M5s in una nota – Al contempo, accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Giuseppe Conte».

E ancora: «Sì a un dialogo sul programma e sui temi. Il M5S vuole innanzitutto parlare di soluzioni per il Paese, in una fase che consideriamo delicatissima a seguito dell’apertura di una crisi che ci vede estranei a ogni responsabilità». Resta da capire se la risposta basterà ai dem per convincerli a proseguire la trattativa.

Secondo fonti parlamentari del Pd, però, Luigi Di Maio continuerebbe a rivendicare per sé il ruolo di vicepremier. «Così però si riproporrebbe lo stesso schema che ha portato al fallimento del precedente governo», chiariscono. Le stesse fonti spiegano che, dopo aver fatto sapere di non volere il Viminale, il leader M5S invocherebbe per sé un ministero come la Difesa.

D’Uva e Patuanelli: «Clima disteso e positivo»

Un «clima disteso e positivo» con un occhio a una favorevole soluzione della trattativa tra M5s e Pd per la formazione di un governo. Sono queste le parole che arrivano ai vertici del Movimento da parte dei capigruppo nelle diverse Commissioni di Camera e Senato ascoltati da Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli che sono poi andati a riferire dell’esito dell’incontro al capo politico Luigi Di Maio.

I M5S confermano la riapertura di uno spiraglio per un accordo con il Pd, ma mettono in guardia da un ulteriore contratto di governo: «Dobbiamo evitare di ripetere l’errore di spartirci i provvedimenti da fare e cercare invece un terreno di convergenza sui temi: la discontinuità richiesta dal Pd dovrà passare anche dalla corrispondenza sui temi».

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