Governo M5S-Pd a un passo, Mattarella convoca Conte alle 9.30 per l’incarico. Salvini: «Teatrino per le poltrone»
Il Colle ha convocato il premier uscente Giuseppe Conte per le 9.30 del 29 agosto, dove incontrerà il presidente Sergio Mattarella.
È passata una settimana dagli incontri del presidente della Repubblica con i partiti e i gruppi politici rappresentati in Parlamento. Dopo sette giorni, la crisi di governo innescata dall’annunciata – e poi ritirata – mozione di sfiducia a Giuseppe Conte da parte di Matteo Salvini, potrebbe risolversi con una maggioranza inedita per il nostro Paese: i 5 Stelle, Movimento populista e anti-establishment, che si alleano con il Partito Democratico.
Il Pd è stato il primo partito del pomeriggio a salire al Colle, con Zingaretti che ha confermato la disponibilità di formare un esecutivo con il M5S. Poco dopo le 19 è invece terminato l’intervento di Luigi di Maio.
Il leader dei 5 stelle ribadisce l’impegno del nuovo, forse, governo giallorosso per un Conte-bis e formalizza il “no” alla Lega dopo che il Carroccio, rivela, aveva offerto all’ex alleato il ruolo di presidente del Consiglio
La diretta di Vista dal Quirinale
L’annuncio del Quirinale: convocato Conte giovedì mattina per un incontro con Mattarella.
Luigi Di Maio, l’ultimo a salire al Colle, ha chiarito la posizione del M5S dopo l’incontro con il presidente della Repubblica: «C’è un accordo politico con il Pd affinché Giuseppe Conte possa ricevere l’incarico e formare un governo. Il nostro programma è sempre lo stesso, quello che hanno votato 11 milioni di italiani. Non scapperemo dalle promesse fatte agli italiani».
Credits video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev – agenziavista.it
«La Lega mi ha informato di volermi proporre come presidente del Consiglio. Li ringrazio con sincerità, ma gli dico che a me interessa il meglio per il Paese e non il meglio per me stesso. Rifiuto l’offerta della Lega con serenità e non rinnego il lavoro fatto insieme in questi mesi», ha affermato il leader del M5S.
«Siamo stati onesti fino in fondo con il presidente della Repubblica. Abbiamo espresso lo sconcerto di milioni di italiani rispetto alla guerra delle poltrone che si sta verificando da giorni». Così il leader della Lega, e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, al termine dell’incontro con Mattarella.
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«Il nuovo presidente del consiglio l’hanno trovato a Biarritz su indicazione di Parigi, Berlino e Bruxelles – continua Salvini – a qualcuno dava fastidio un’Italia che stava restituendo dignità e futuro alle famiglie e alle imprese italiane. Non ci avrebbero mai permesso una manovra coraggiosa portata sulla Flat tax e questo è quello che ha portato ai no del presidente Conte.
Salvini invoca il ritorno alle elezioni e parla di un attacco alla Lega: «L’unico collante che ho avvertito in questi giorni è nell’odio verso la Lega. Il primo partito italiano che ha avuto l’onestà di restituire il mandato al popolo».
Incrocio di delegazioni nel cortile d’onore del Quirinale: quella uscente di Forza Italia e quella entrante della Lega. Matteo Salvini e Silvio Berlusconi si sono trovati faccia a faccia proprio nel centro del cortile e si sono salutati dandosi la mano. Incontro veloce poichè Salvini era atteso dal presidente.
«Abbiamo manifestato al presidente della Repubblica la necessità di ridare la parola agli italiani. Abbiamo manifestato la nostra preoccupazione per il pericoloso scenario che si sta delineando», così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha dichiarato al termine dei colloqui con Sergio Mattarella. «Siamo i garanti della tradizione democratica, cristiana e garantista – continua Berlusconi – delle tradizioni politiche che hanno fatto grande il nostro Paese».
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Sulle politiche e i temi Berlusconi afferma che «l’Italia ha urgentemente bisogno di una svolta liberare e liberista basata sul taglio delle tasse, del cuneo fiscale, sulla tutela della famiglia, sulla riduzione della spesa pubblica, sulla riforma della giustizia in senso garantista. Ha bisogno di un governo amico delle imprese e di chi lavora».
«Il nostro orizzonte è e rimane il centro-destra, di cui siamo stati i fondatori e centro pensante», dice Berlusconi che sottolinea come senza Forza Italia il centrodestra non possa tornare a vincere. «Oggi inizia per noi inizia un cammino per tornare a essere il primo partito in Itali – conclude Berlusconi – un centro-destra lontano da ingenuità sovraniste e tentazioni populiste».
Fonti del Pd interpellate al riguardo hanno riferito che non ci sarebbe stata alcuna telefonata fino ad ora tra Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti.
«Abbiamo espresso a Mattarella il sostegno al tentativo di dare vita a un nuovo governo con nuova maggioranza politica. Abbiamo riferito di evere accettato la proposta del M5S come partito di maggioranza relativa il nome del premier, che ci è stato indicato nei giorni scorsi. Abbiamo confermato a Mattarella anche l’esigenza ora di costruire un governo du svolta e discontinuità per il Paese. A seguito di un confronto con i 5 Stelle abbiamo definito un primo contributo di linee di indirizzo da dare al presidente incaricato. Deve essere chiaro che non c’è alcun a staffetta e alcun testimone da raccogliere ma l’inizio per l’Italia di una nuova stagione politica da cominciare», dice Nicola Zingaretti al Quirinale al termine delle consultazioni.
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Il colloquio con il Capo di Stato è durato poco più di 20 minuti. «Amiamo l’Italia. Sottrarsi alla responsabilità del coraggio di tentare è l’unica cosa che non vogliamo permetterci. Vogliamo mettere fine alla stagione dell’odio e della paura».
Nuova telefonata, secondo l’Ansa, tra Nicola Zingaretti e Giuseppe Conte. A quanto si apprende da fonti parlamentari, il segretario del Pd e il premier dimissionario si sarebbero sentiti prima che la delegazione Pd andasse al
Quirinale per le consultazioni.
«Per ora le regole del Movimento 5 stelle non permettono alleanze con partiti politici. All’interno del Movimento, in questo momento, non si sta
discutendo di questa possibilità». Lo afferma, in una dichiarazione all’Ansa, Laura Ferrara, parlamentare europea del Movimento 5 stelle, in relazione a quanto affermato da Nicola Zingaretti nel corso della Direzione del Pd su possibili nuove alleanze in vista delle elezioni regionali.
La delegazione de Pd accolta al Quirinale.
Video agenzia Vista
La delegazione Pd è arrivata al Quirinale: ci sono il segretario del Pd Nicola Zingaretti, il presidente Paolo Gentiloni, e la vicesegretaria Paola De Micheli, raggiunti – sempre a piedi – dai capigruppo di Camera e Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Quella del Pd è la prima delegazione della tornata pomeridiana e conclusiva di queste consultazioni: sarà seguita, nell’ordine, da quelle di Fi, della Lega e del M5S.
«Non servono sondaggi per capire che la grande maggioranza degli Italiani chiede di votare, negare questo diritto significa negare la Democrazia. Prima gli Italiani o prima la Poltrona???». Così il leader della Lega Matteo Salvini su Facebook.
I due capigruppo del Pd Graziano Delrio e Andrea Marcucci escono dalla sede del Pd al Nazareno, in direzione del Quirinale. L’appuntamento al Colle per le consultazioni è, per i dem, alle 16.
«Invito tutti a mettere da parte le ambizioni personali e dare una mano per il bene comune», scrive il senatore del Pd ed ex premier Matteo Renzi un post su Facebook. «Quando si forma un Governo, è normale che si affaccino
ambizioni, richieste, desideri, continua. Ma questo Governo nasce sulla base di una emergenza: evitare che le tasse salgano e che l’Italia vada in recessione. È un atto di servizio al Paese, innanzitutto».
Poi precisa: «Non chiedo che tutti facciano un passo indietro come ho fatto io: basta che si tenga al centro l’obiettivo che è quello di mettere in sicurezza le istituzioni democratiche e i risparmi degli italiani». E conclude: «Tutto è cominciato perché qualcuno ha chiesto “i pieni poteri”. Il potere non è sostantivo: il potere è un verbo, poter cambiare le cose. Mettiamoci a servizio provando a dare senza chiedere. E tutto sarà più semplice».
Giorgia Meloni, appena terminate le consultazioni del gruppo di Fratelli d’Italia, ha parlato a braccio alla stampa: «Abbiamo ribadito la posizione chiara e semplice: l’unico sbocco possibile è lo scioglimento immediato delle Camere e il ritorno alle urne. Abbiamo chiesto al presidente di valutare questa eventualità anche se M5S e Pd scegliessero di stringere il “patto della poltrona” – ha detto la leader di FdI -. I due partiti avevano promesso di fronteggiarsi, invece si uniscono. È un tradimento degli italiani».
Meloni ha attaccato duramente l’eventuale maggioranza giallo-rossa: «Un governo che nasce per aggirare la democrazia, si alleano per impedire agli italiani di votare. Un governo che nasce per fare il contrario di quello che chiedono i cittadini, blocco dell’immigrazione, pugno duro in Europa. È un inganno. In questa settimana di trattative, abbiamo sentito parlare solo di poltrone. I programmi arriveranno dopo, prima ci mettiamo d’accordo e poi, forse, parliamo dei problemi degli italiani».
Meloni ha ravvisato inoltre «difficoltà di sopportazione tra queste due forze politiche. Si rischia un altro governo che litigherebbe su tutto -. Il pericolo è quello dell’immobilismo legislativo, – dato che la maggioranza sarebbe destinata a durare pochi mesi. La stabilità ci sarebbe se si andasse a votare perché verrebbe eletta una forte maggioranza (di centrodestra, ndr). Il presidente Mattarella non ha nessun obbligo costituzionale di dare il via al governo. La sovranità appartiene al popolo, quindi sarebbe in linea con l’art.1 della Costituzione».
«Aggiungo che abbiamo chiesto a Mattarella di chiudere questa crisi di governo, in ogni caso, oggi. Non concedere altro tempo per questo osceno baratto di poltrone – ha detto con fermezza la leader di FdI -. Elezioni, libertà, sovranità. Negli ultimi 10 anni, il Pd ha governato 6 anni senza vincere elezioni. Il Movimento 5 Stelle, invece, è entrato nel palazzo dicendo di voler aprire quella scatoletta di tonno. Adesso sono diventati il tonno chiuso in quel palazzo». E ha concluso annunciando manifestazioni di piazza.
Fuori il gruppo di Liberi e Uguali: «Abbiamo espresso la nostra preoccupazione al presidente della Repubblica. Ma abbiamo confermato la nostra disponibilità per dare vita alla formazione di un governo di svolta – ha detto Federico Fornaro, – chiediamo però discontinuità nell’impianto programmatico. Auspichiamo che, se ci sarà un nuovo presidente del Consiglio incaricato, parta con un confronto programmatico che ha la priorità rispetto al confronto sugli interpreti del programma». Un governo di svolta «deve partire con una legge di bilancio di svolta. Più margine dall’Unione europea per investimenti, soprattutto al Sud».
È uscito il primo gruppo parlamentare, quello per le autonomie. «Siamo molto favorevoli ad appoggiare un governo giallo-rosso», ha detto Julia Unterberger, presidente del gruppo. «Si può benissimo trovare una maggioranza tra Movimento 5 Stelle e Pd. E mi sembra molto più normale un governo tra loro due che quello appena conclusosi con la Lega». Europeista, per le minoranze linguistiche e con una forte rappresentanza di donne sono le tre indicazioni di Unterberger. Che conclude: «Non si può andare a votare ogni volta che i sondaggi dicono un’altra cosa rispetto alle elezioni precedenti o un’elezione comunale non rispecchia i risultati delle politiche».
Dimenticati i rancori, stando alle fonti del Pd, bisogna ancora limare la voglia di protagonismo di Luigi Di Maio e il governo è fatto: la discontinuità, inizialmente invocata a spese di Conte, è stata archiviata dallo zoccolo duro dei Dem. Il presidente del Consiglio dovrebbe essere, per la seconda volta consecutiva, “l’avvocato degli italiani”. La filippica lanciata verso Salvini ha reso popolarissima la sua figura di politico, fino ad allora rimasta nell’ombra dell’esuberanza dei suoi due vice.
Il gruppo per le Autonomie del Senato è arrivato al Quirinale per il colloquio con il presidente Mattarella. Si apre la seconda giornata di consultazioni al Colle.
La tabella di marcia segue lo stesso ordine di quella del primo giro di consultazioni. Si comincia alle 10 con il Gruppo per le Autonomie del Senato (Svp, Patt, Uv), seguiti dal gruppo alla Camera di Liberi e Uguali. Alle 11:00 tocca a Fratelli d’Italia che chiude il programma della mattinata. Gli appuntamenti più caldi sono riservati al pomeriggio: inizia il Pd alle 16:00.
Poi sarà la volta di Forza Italia alle 17:00 e del Gruppo Lega-Salvini Premier alle 18:00. La giornata si concluderà alle 19:00, con le consultazioni con il M5S: sarà l’appuntamento decisivo per convincersi e convincere il presidente della Repubblica a consegnare il mandato di presidente del Cosniglio nelle mani di Giuseppe Conte.
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