In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
POLITICACrisi di governoGoverno Conte IIM5SMatteo RenziPD

Trattativa M5S-Pd, Renzi: «Votare un Conte bis mi costa, ma vengono prima gli italiani»

28 Agosto 2019 - 23:41 Redazione
«Non dimentico gli insulti del M5S, ma bisogna pensare all'Italia», l'ex premier interviene sull'accordo tra pentastellati e dem

Sembra ormai cosa fatta per la nascita del nuovo esecutivo giallorosso. Dopo le parole di Zingaretti e Di Maio, che al Quirinale hanno confermato la volontà di far nascere un’alleanza di governo, anche Matteo Renzi commenta la trattativa andata in scena negli ultime settimane.

«Non credo ci fosse un patto tra Salvini e Zingaretti per andare al voto», dice Renzi a Zapping su Rai Radio1 in merito alle voci di un presunto accordo pre-crisi tra il leader della Lega e il segretario dei dem.

«A me dare la fiducia a un governo con il M5S costa: innanzitutto dal punto di vista personale perché sono stato infangato ma penso che la politica sia pensare innanzitutto agli interessi degli italiani. Se andavamo alle elezioni aumentava l’Iva e rischiavamo la crisi economica», afferma l’ex presidente del Consiglio, che tra le righe chiarisce che non ostacolerà il futuro esecutivo.

«Mi sono guardato allo specchio e ho detto puoi votare la fiducia a questo governo? Sì, facendo politica. Puoi farne parte? No. Gli altri si guardino allo specchio e decidano. Decideranno gli altri. Se c’è una cosa che mi da tranquillità è che faccio questa operazione perché la parola ‘potere’ sia cambiare le cose», sostiene Renzi.

«Io gli insulti me li ricordo tutti, ma in questo momento si deve pensare all’Italia», continua Renzi in merito ai molti scontri con i pentastellati. «Non mi tirerà fuori una parola positiva sul governo di Conte, il mio giudizio su questi 14 mesi è stato assolutamente negativo», sostiene l’ex premier aggiungendo che «il governo Conte non ha dato credibilità al Paese, in questo momento non c’è la mia reazione ma gli interessi del Paese».

«Io sulle poltrone non ci metto bocca e non entrerò nel governo. Sono tranquillo perché penso che la parola potere non è un sostantivo, per me è poter cambiare le cose», ha concluso.

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti