«Carlo, ripensaci»: Zingaretti prova a tenere Calenda che conferma l’uscita dal Pd: «Devo elaborare il lutto»
Carlo Calenda lascia il Pd e il segretario Nicola Zingaretti prova a ricucire lo strappo con il dem. «Ho letto con attenzione, rispetto e personale dispiacere la lettera in cui annunci la decisione di lasciare il Pd. Le preoccupazioni alla base di questa scelta sofferta che ci hai comunicato sono, credimi, le stesse che mi hanno accompagnato in queste difficilissime ore», ha scritto in una lettera pubblicata sull’Huffington Post.
«L’atto di protervia di Salvini, con la sua inaccettabile richiesta di “pieni poteri”, ha aperto una fase politica nuova» nella quale, prosegue Zingaretti, «il Pd è tornato ad essere un attore politico fondamentale. Questo è un nostro successo». Il segretario dem spiega di non aver paura del voto popolare ma «di quello che una campagna elettorale barbara e senza freni provocherebbe al Paese».
«Se questo Governo nascerà, non sarà il frutto di un rimpasto o di una semplice staffetta – ha aggiunto – ma sarà un cambio di paradigma basato sulle proposte di cui tante volte abbiamo parlato anche insieme. Ecco perché non sarebbe affatto una sconfitta e, tanto meno, un’umiliazione, ma una sfida che avevamo e abbiamo il dovere di accettare».
«Proviamoci»
«In questa sfida il Pd ha bisogno anche delle voci critiche, soprattutto se provenienti da personalità autorevoli e competenti come te. Ho e abbiamo bisogno di te, perché solo uniti potremo cambiare il destino di un Paese che, fino a pochi giorni fa, sembrava trascinato per inerzia verso un declino economico, civile e democratico senza precedenti. Proviamoci. Io ci sono. Il Partito Democratico c’è. Spero davvero che vorrai ripensarci», conclude Zingaretti.
La replica
Non è mancata la replica di Carlo Calenda che in serata, ospite a In Onda su La7, ha detto: «Quello che posso dire è: Nicola, ripensaci tu. Non avrei mai pensato che il Pd potesse accettare il voto sulla piattaforma Rousseau».
«Un nuovo partito moderato»
«Siamo passati dal “mai con i Cinque Stelle”, al “mai con Conte”, dal “mai con Di Maio” ad accettare la trappola di Rousseau», così Carlo Calenda motiva in un’intervista a la Repubblica l’addio al Pd ed snocciola le sue idee «per elaborare il lutto».
«La gente si ricorda molto bene che il M5s è nato per distruggere la democrazia rappresentativa. E poi conosco bene la classe dirigente grillina: sono incapaci e arroganti, non cambieranno mai» spiega.
Calenda, infine, a cui – secondo indiscrezioni di stampa – non dispiacerebbe fondare un nuovo partito moderato – ammette: «Per me si apre un percorso complicatissimo e confesso di non avere alcun piano dettagliato pronto».
Leggi anche:
- Conte bis: al via le consultazioni con i partiti. Domani i big
- Calenda: «Il giovanilismo in politica si schianterà. Zingaretti arruoli gli amministratori locali»
- Calenda fuori dal Pd? Il sondaggio che lo tenta: «Un partito mio? Quasi quasi»: quanto vale secondo Emg
- Carlo Calenda, l’ultimatum a Zingaretti: «O rilanciamo subito il Pd, o sarà un caos»
- Conte al Quirinale: Mattarella gli conferisce l’incarico di formare il nuovo governo – La diretta
- Riservato – Il piano di Conte per risolvere la grana dei vicepremier: o nessuno o c’è anche Di Maio
- La guerra dei Mattei. Renzi mette il cappello sull’operazione Conte 2: «Sembrava impossibile, invece…»
- Boschi e la guerra al M5s: «Non ritiro le querele contro i grillini»
- Un candidato a sorpresa per la Commissione Ue (ma è sempre stato sulla scena in questi giorni)
- La strafalcione di Zingaretti “alla Di Maio”: lo sfottò sui social, è il segnale dell’intesa?
- Dopo la sentenza di Rousseau, la resa di Calenda: «Mi sono battuto a viso aperto, ho perso»