La guerra dei Mattei. Renzi mette il cappello sull’operazione Conte 2: «Sembrava impossibile, invece…»
Ormai è storia: il blitz crisi-voto di Salvini è fallito per la mossa a sorpresa di Renzi, che spiazzando tutti, e ribaltando quel che da un anno sosteneva, ha aperto a quel governo M5s-Lega che nasce stamattina. Renzi e Grillo, perché subito prima dell’ex premier, all’indomani dell’annuncio di Salvini, era stato il fondatore del Movimento 5 stelle a dare il segnale «macché elezioni, è il momento di costruire».
Ma è con Renzi che ce l’ha il capo della Lega, e lo ha fatto capire anche ieri, accusando dal Quirinale quei «cento parlamentari» che pur di non andare al voto hanno promosso il ribaltone. Vedi caso i renziani in Parlamento son proprio un centinaio. Lui, Renzi, gongola.
E lo si capisce bene dal testo che ha appena postato sui social:
«Guardiamo i fatti. All’inizio di agosto il Paese era in mano a un presunto Ministro dell’Interno, che usava linguaggio di odio contro il diverso, che chiedeva pieni poteri, che isolava l’Italia nei tavoli internazionali, che non chiariva il rapporto con la Russia, che teneva in ostaggio donne e bambini su malmessi carrozzoni del mare ignorando la tradizione di accoglienza e valori che l’Italia ha sempre avuto. E questo signore, Matteo Salvini, aveva preparato una campagna elettorale a torso nudo nei principali beach club italiani senza alcun riguardo alle regole costituzionali. Ma il Parlamento non è il Papeete».
Stacco cinematografico, e poi: «Oggi, con l’incarico per formare il nuovo governo, Salvini esce politicamente di scena. Qui non si tratta di rivendicare meriti, ma di constatare un fatto: oggi è realtà ciò che un mese fa sembrava impossibile. E questo è un bene per chi crede che la politica sia civiltà e non truce scontro di violenza verbale. Molto è ancora da fare, molte le contraddizioni, molti i problemi aperti. Ma intanto: Istituzioni 1 – Populismo 0».
Ha scritto così ma pensava a Matteo R. 1 – Matteo S. 0… È probabilmente quello che pensa anche Salvini, convinto però che sia solo il parziale alla fine del primo tempo.
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