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Omicidio Cerciello, il 6 settembre il riesame. Tra due mesi i risultati dei rilievi sui vestiti dei carabinieri

30 Agosto 2019 - 18:15 Angela Gennaro
Mario Cerciello
Mario Cerciello
Davanti al Tribunale del Riesame verrà discusso il ricorso depositato sia dai difensori di Finnegan Lee Elder sia dai legali di Christian Gabriel Natale Hjorth

Il prossimo appuntamento, nell’intricato caso del delitto del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma con 11 coltellate nella notte del 26 luglio scorso, è per il prossimo 6 settembre.

È la data fissata per discutere, di fronte al Tribunale del Riesame, il ricorso depositato sia dai difensori di Finnegan Lee Elder sia dai legali di Christian Gabriel Natale Hjorth, i due ventenni in carcere a Regina Coeli per la morte del carabiniere

Elder è accusato di aver inferto le 11 coltellate che hanno causato la morte di Cerciello Rega, mentre Natale è accusato di concorso in omicidio. 

I rilievi dei Ris

Bisognerà invece attendere due mesi per i risultati delle analisi iniziate oggi al Ris di Roma sugli indumenti indossati dal vicebrigadiere Mario Cerciello Rega e dal suo collega, Andrea Varriale, la notte del 26 luglio scorso: verranno depositate infatti tra 60 giorni. 

Oggi l’attività istruttoria nei laboratori del Reparto investigazioni scientifiche di Tor di Quinto, alla presenza di consulenti di parte, è durata circa tre ore.

Chi indaga vuole ricostruire, grazie anche ai tagli presenti sugli indumenti di Cerciello, la dinamica di quanto avvenuto in via Federico Cesi, nel quartiere Prati, a due passi da piazza Cavour.

Si tenta di ricostruire, in particolare, come siano state inferte le undici coltellate da Finnegan Lee Elder accusato di concorso in omicidio volontario con Gabriel Natale Hjorth.

«Potremo, con molta probabilità, capire da quale posizione siano stati inferti i fendenti», spiega l’avvocato Massimo Ferrandino, legale della moglie del vicebrigadiere.

«Siamo molto fiduciosi, il Ris sta facendo un lavoro eccezionale sotto la direzione del vero metronomo che è la pm Maria Sabina Calabretta che sta dettando i tempi in un’inchiesta articolata e complessa in maniera serrata. Confidiamo in un processo molto rapido», dice oggi Ferrandino.

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