La maggioranza M5s-Pd perde già un pezzo, Grasso si sfila dal Conte 2: «Fanno da soli, auguri». Numeri risicati al Senato
Si complica la partita dei numeri per la nascente maggioranza M5s-Pd, in particolare al Senato. L’ex presidente Pietro Grasso di Liberi e Uguali si è sostanzialmente sfilato dalla costruzione del nuovo governo, dopo che sui social ha certificato di essere fuori dalla trattativa ormai condotta a due con il premier incaricato Giuseppe Conte.
«Da giorni – ha scritto Grasso – le interlocuzioni sul programma del “Governo di svolta” sono esclusivamente tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle. A questo si aggiungono le ultime polemiche, e i dubbi aumentano. Evidentemente l’intenzione è fare da soli, sia al Governo che in Senato: altro che svolta!
Auguri e buon lavoro!».
Nel corso delle ultime consultazioni al Quirinale, la senatrice LeU De Petris aveva confermato la disponibilità del suo partito a «verificare la possibilità di realizzare un governo di svolta».
Le indiscrezioni volevano LeU della partita per il Conte bis, con un ministero garantito anche in virtù dei quattro senatori che a palazzo Madama hanno un certo peso, considerando il margine già risicato per la tenuta della maggioranza.
In vista della fiducia che Conte dovrà chiedere al Senato, la maggioranza giallorossa potrà contare su almeno 106 senatori M5s, senza quindi Gianluigi Paragone, 51 del Pd e 6 dal gruppo misto. Sono 163 voti, due in più rispetto al quorum.
A stretto giro dal post di Grasso, fonti da palazzo Chigi assicurano che LeU sia ancora in ballo. Il premier incaricato Conte, dicono le fonti: «ha ricevuto da LeU un documento contenente i loro contributi programmatici.
Il documento è stato distribuito alle delegazioni presenti nell’incontro di oggi a Chigi», cioè i capigruppo di Pd e M5s. «Ci sono già stati contatti telefonici e prossimamente ci saranno anche incontri». E chissà se basterà per far tornare Grasso sui suoi passi.
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