#AmazonFire, la Foresta Amazzonica brucia da un mese. Il nostro punto
«La foresta continua a bruciare. #Amazonfire #MissionBeyond». Il primo hashtag è uno di quelli che sono circolati di più su Twitter nelle ultime settimane. Si riferisce agli incendi in Amazzonia, quella serie di roghi, spesso dolosi, che dall’inizio di agosto hanno cominciato a devestare la foresta pluviale più grande del mondo.
Il secondo hashtag invece, #MissionBeyond, riporta a chi ha lanciato il tweet. Il nome dell’utente dietro queste parole è @astro_luca ossia l’astronauta italiano Luca Parmitano. È lui che, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, ha scritto questa frase mentre era in orbita sopra il Brasile. Parole a cui si aggiungono le foto, quelle di colonne di fumo visibili fin dallo spazio.
Tutta la storia, dall’inizio
Nel video che potete trovare sopra, la redazione di Open ha raccolto tutti gli eventi che sono accaduti, mettendoli in fila uno dietro l’altro. Una sequenza che restituisce l‘idea di quanto questo fenomeno, complice anche una nuova sensibilità verso l’ambiente (forse non solo mediatica), sia passato dall’essere un’emergenza locale a un problema internazionale, tanto da far scomodare i leader del G7.
- 11 agosto – A causa degli incendi, lo Stato brasiliano Amazonas dichiara l’emergenza nazionale
- 19 agosto – Il fumo copre il cielo sopra San Paolo. Le immagini diventano virali
- 21 agosto – Jair Bolsonaro accusa le ong di appicare gli incendi per screditarlo
- 22 agosto – Madonna, Di Caprio e altri celebrity lanciano la campagna #ActForTheAmazon
- 23 agosto – La Nasa diffonde le immagini dell’Amazzonia dallo Spazio e le mappe degli incendi
- 24 agosto – Il Brasile decide di schierare le truppe dell’esercito per bloccare gli incendi
- 25 agosto – A Biarritz il G7 decide di destinare 20 milioni di euro per questa emergenza
- 26 agosto – Jair Bolsonaro prima rifiuta i fondi, poi decide di accettarli
Le voci, e le critiche
In queste settimane Open ha anche intervistato molti esperti, una raccolta di voci che permette di leggere questo evento sotto diversi punti di vista, dalle conseguenze dirette sull’ambiente, passando per le scelte di Jair Bolsonaro, fino agli effetti sulla vita delle tribù indios.
- Christopeher Julian Clark, fondatore della Reserve Extravista do Baixo Rio Branco-Jauperi: «Tutti riconoscono che le zone meglio preservate della foresta sono le riserve indigene. Ma questo Governo vuole aprirle ad attività economiche come minerazione, sfruttamento di legname»
- Giorgio Vacchiano, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’UniMi: «Gli incendi di quest’anno non sono un problema esclusivo del Brasile. Anche la Bolivia, guidata da un partito socialista, sperimenta un numero di incendi molto alto e una deforestazione record»
- Jonathan Foley, ex direttore esecutivo della California Academy of Sciences: «L’Amazzonia conserva il 25% del carbonio del mondo. Una volta rilasciato nell’atmosfera attraverso l’atto di bruciare, produce emissioni di anidride carbonica che riscaldano l’atmosfera»
Video di copertina: Vincenzo Monaco