Conte, i segnali sull’asse M5s-Pd: «Clima buono. Spazio adeguato alle donne. Massimo mercoledì sciolgo riserva»
Sono giorni di intenso lavoro per la creazione della nuova alleanza di governo tra Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico. A tentare di far collimare gli obiettivi delle due forze politiche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito l’incarico al premier uscente (e rientrante) Giuseppe Conte. Conte è intervenuto alla festa de Il Fatto Quotidiano al Parco La Versiliana di Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti (Travaglio, Padellaro, Gomez), che hanno tentato di far luce su come stiano procedendo i lavori per la formazione del governo, tra scambi accesi simili a ultimatum e programmi politici da far collimare.
«Lavoriamo al programma»
«Le cose stanno andando bene – afferma il premier incaricato Conte – è un momento in cui sto lavorando al programma. È importante un programma che si dia una visione del Paese, nonché una prospettiva di governo». E a chi gli chiede come due partiti da sempre in opposizione tra loro come M5s e Pd possano conciliarsi per un’alleanza governativa, Giuseppe Conte risponde: «Son due forze che hanno vissuto un po’ da antagoniste sul piano politico, ma vedo un buon clima di lavoro e son entrambe predisposte per un lavoro comune per il bene del Paese. Son tutti disponibili ad accantonare il passato su questo progetto che non riguarda una singola forza politica, ma il bene del Paese».
Cosa significa «Governo di discontinuità»
Conte ha provato a descrivere il senso alla base del nuovo asse giallorosso, definito spesso dal premier incaricato un “governo di discontinuità”: «Il termine “discontinuità” indica l’apertura di un’ampia stagione riformatrice per il Paese, mettendo in primo piano quella che è una visione del Paese sostenibile, attivare i processi di economia circolare, un piano innovato sul piano tecnologico». «Bisogna fare cose che andavano fatte da tempo – continua il premier incaricato – ma che non sono ancora state fatte in Italia. Questo è il più grande motivo di novità. L’importante è avere un progetto che sia utile per tutti i cittadini e per il Paese».
Il totonomi può aspettare
E come da consuetudine per ogni formazione di un nuovo esecutivo, è scattata la corsa al totonomi, che Conte ha però frenato: «Il tema dei ministri non è la massima premura, lo è il programma. Definendo prima il programma e le linee strategiche poi inviterò le forze politiche che sostengono il progetto a sedersi al tavolo (perché non l’hanno ancora fatto) per avere indicazioni aperte, in modo da potermi consentire di scegliere la miglior squadra».
La rottura con Salvini
Facendo un passo indietro, è stato chiesto al premier incaricato Conte quale fosse stato il momento in cui ha percepito la rottura con il leader leghista Matteo Salvini, ben prima del durissimo discorso in aula al Senato e alle successive dimissioni presentate al Presidente della Repubblica che hanno dato formalmente inizio alla crisi di governo. «Sono concentrato al futuro – dice Conte – ma se proprio son costretto a guardare indietro, riinvio a quanto detto nella conferenza del 3 giugno, dopo le elezioni europee: lì c’era tutto. È quella in cui parlavo di leale collaborazione e la declinavo facendo 5-6 esempi concreti». Inoltre, il premier incaricato Conte risponde a Matteo Salvini, che negli ultimi giorni l’ha definito «Prima tessera del Pd», nonché «Un premier per tutte le stagioni». «L’ho dimostrato con i fatti che non sono un premier per tutte le stagioni – dice con fermezza Conte – Quando ero al Senato è stata ritirata la mozione di sfiducia e mi è stato proposto di aprire una nuova stagione (con la Lega, ndr), ma l’ho rifiutata».
I rapporti internazionali
Il premier incaricato Conte ha poi spiegato che oltre al plateale endorsement ricevuto con un tweet di Donald Trump, starebbe «ricevendo tanti messaggi dagli esponenti politici incontrati in questi 14 mesi, e in particolare tanti segni di apprezzamento dai leader europei, non solo del Centro Europa, ma anche dai paesi di Visegrad. Tanti: Nord, Sud, Est e Ovest». «Fa piacere -continua Conte – ma è un ottimo auspicio per avviare un’esperienza di governo in cui l’Italia può recitare un ruolo da protagonista in questa nuova legislatura. Cercherò di sfruttare al massimo questo clima di apertura per ottenere risultati concreti. Mi piacerebbe molto che l’Italia possa dare un contributo critico per adeguare il patto di stabilità al nuovo clima economico, alla nuova prospettiva economica».
I punti forti del programma M5s-Pd
Conte passa poi a elencare i punti forti dell’asse giallorosso, a partire dai punti condivisi del programma pentastellato e dem. «I punti forti sono la determinazione a realizzare un progetto di ampia portata – spiega Conte – c’è la consapevolezza che l’Italia va sburocratizzata e va resa più competitiva nella sfida globale. Va rafforzato l’export, sarà necessario investire in sostenibilità». «Mi conforta molto il fatto che le due forze politiche che hanno dichiarato disponibilità in questo progetto – continua Conte – abbiano molta consonanza nei punti. Confido che anche altre forze che hanno dato disponibilità possano riconoscersi in questi punti programmatici».
Premier super partes o premier pentastellato?
Conte chiarisce poi il suo ruolo mediatore tra le due forze del nascente governo, senza però negare apertamente i trascorsi con il Movimento Cinque Stelle. «Guardiamo ai dati di fatto – spiega Conte – non sono iscritto al M5s, non partecipo alle riunioni del gruppo dirigente e politico, e non ho mai incontrato i gruppi parlamentari, ma mi piacerebbe per spiegar loro il programma, ma non sono dei Cinque Stelle». «Certo è – continua poi il premier incaricato – che ho lavorato con loro bene per molto tempo e Di Maio mi ha designato come Presidente. Le valutazioni le lascio agli altri».
Squadra di governo tutta al maschile?
«Lavorerò anche per evitare una squadra maschile e per riconoscere al genere femminile un adeguato riconoscimento», spiega il premier incaricato, dopo le numerose critiche per l’assenza di donne ai tavoli delle trattative tra Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico. «Vorrei rimarcare – continua Conte – che ho dato un forte contributo perché a capo della Commissione europea ci fosse una donna, così come a capo della Bce».
Immigrazione
«Il tema dell’immigrazione è un tema sensibile – spiega Conte – Ho scritto una lettera aperta per spiegare, ancora una volta, più dettagliatamente, la più articolata e complessa politica sull’immigrazione sin qui perseguita e, per quanto l’occasione sui mass media sia focalizzata sui singoli casi di emergenza, il tema dell’immigrazione va seguito dai Paesi d’origine, passando per i Paesi di transito sino ai Paesi di sbarco». Conte spiega però che nei colloqui con il Pd e il M5s sono emerse «direzioni strategiche già predisposte, come la modifica del regolamento Dublino, il contrasto ai traffici illeciti, nonché il lavoro da svolgere sul piano e sul meccanismo d’accoglienza europeo». «Dobbiamo dare attuazione a quelle conclusioni a cui ho dato un contributo anche io al Consiglio europeo del giugno 2018 – continua Conte – Chi sbarca in Italia sbarca in Europa. Detto questo, non sarebbe affatto saggio pensare che non occorra perseguire una politica seria, rigorosa sull’immigrazione».
Quando verrà sciolta la riserva?
Conte infine rende noti i margini di chiusura delle contrattazioni tra M5s e Pd. Il premier incaricato ha infatti annunciato che intendere sciogliere la riserva «all’inizio della prossima settimana: non lunedì, ma tra martedì e mercoledì». «Non ci saranno più sensibilità rispettive che verranno confrontate – chiosa infine il premier incaricato Conte – ma ci sarà un unico programma condiviso, dove sarà difficile trovare una misura o un obiettivo che stia a cuore unicamente all’una o all’altra forza politica».
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