Germania, si vota in una regione chiave dell’est: attenzione sul risultato di verdi e neri
Sono passati trent’anni e pochi giorni dalla caduta del muro di Berlino, ma la Germania è ancora profondamente divisa. Nell’Est del Paese, ex-Repubblica democratica tedesca, la disoccupazione – seppur calata notevolmente dalla riunificazione – rimane più alta, i salari e la produttività più bassi e, in quello che può sembrare un paradosso, l’estrema destra più forte.
Sassonia e Brandeburgo sono due länder poco popolati dell’est della Germania, ma hanno ricevuto, nei giorni che hanno preceduto il primo settembre, una quantità inconsueta di attenzione, a livello locale ma anche internazionale.
Oggi, domenica 1 settembre, infatti, i cittadini sono chiamati a eleggere i loro rappresentanti regionali, in una scelta che potrebbe stravolgere un andamento pluridecennale della politica locale. Nell’area infatti si sta registrando la netta ascesa dei due movimenti di cui più si è parlato negli ultimi tempi: gli ambientalisti e l’estrema destra, ma si sta anche mostrando altrettanto palesemente la tanto discussa crisi dei partiti tradizionali.
L’ascesa dell’estrema destra
Storicamente affezionata alla Cdu, il partito di centrodestra di Angela Merkel (la Sassonia) e ai socialdemocratici dell’Spd (Brandeburgo), la regione è ora testimone della crisi di queste forze politiche che per decenni hanno governato la Germania. In entrambi i länder sembra che l’Afd, il partito di estrema destra alleato della Lega in Europa, potrebbe per la prima volta dagli anni ’90 scalzare le storiche maggioranze.
Come spesso accade, l’Afd ha guadagnato consensi grazie al malcontento legato alla carenza di infrastrutture e all’insoddisfazione rispetto alle politiche federali intraprese per portare l’est al livello dell’ovest. L’argomento anti-immigrazione, come spesso accade, funziona meglio con chi non vive a contatto con persone di origini straniere: nell’est della Germania, l’afflusso di persone da Africa e Medio Oriente è nettamente minore che nell’ovest.
Alle elezioni del 2014 l’Afd aveva ottenuto in Brandeburgo e Sassonia il 10% circa, ma ora è dato tra il 21% e il 25%. Resta comunque difficile credere che il partito riuscirà a governare una delle regioni, perché nessuna delle altre forze politiche si è detta disposta a formare una coalizione con la formazione sovranista.
L’inaspettato successo dei Verdi
In pochi si sarebbero aspettati che Bündnis 90/Die Grünen, il partito dei Verdi tedeschi, avrebbe avuto successo nella Germania dell’Est. E invece raddoppieranno i consensi, pare, rispetto al 2014, passando dal 5 circa a un 11% che potrebbe trasformarli nell’ago della bilancia di possibili coalizioni.
I partiti ambientalisti sono in genere popolari tra i giovani istruiti che vivono in grandi città, non nelle aree rurali dove l’invecchiamento della popolazione è molto più marcato e il livello medio di studi inferiore. Nell’est della Germania le centrali a carbone sono un’importante fonte di posti di lavori e i Verdi vogliono accelerarne la chiusura, contano di introdurre una tassa sui carburanti simile a quella che ha fatto scattare la protesta dei gilets jaunes e aprire le porte all’immigrazione.
Che l’ascesa dei Verdi sia dovuta a una campagna elettorale efficace condotta tra i giovani delle città dell’est o il segnale che le preoccupazioni ambientali toccano una base sempre più larga e differenziata resta da vedere, ma un eventuale successo di Bündnis 90/Die Grünen nell’Est della Germania sarebbe indubbiamente un segnale significativo.
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