Sono 160 le crisi aziendali in attesa di soluzione (e del nuovo governo): da Alitalia a Whirlpool, da Blutec all’ex Ilva
Il prolungarsi della crisi di governo, innescata dalla Lega l’8 agosto, rischia di complicare tutti i tentativi di soluzione di alcuni grandi casi e di non far dormire sonni tranquilli a migliaia di lavoratori italiani. Non solo Alitalia e Whirlpool: sono 160 le crisi che aspettano una risposta, come scrive l’Agi. Da ArcelorMittal a Blutec, dall’ex Alcoa a Whirlpool.
Le vicende più scottanti
I riflettori sono tutti puntati su Alitalia, sull’ex Ilva e su Whirlpool, legate al decreto Imprese approvato dal consiglio dei ministri “salvo intese” che doveva essere pubblicato in Gazzetta ufficiale il 28 agosto in attesa della conversione in legge delle Camere.
Nel decreto spazio alla questione relativa all’immunità penale, civile e amministrativa per ArcelorMittal che dovrebbe godere di alcune tutele legali a tempo e strettamente vincolate al rispetto del piano ambientale nello stabilimento di Taranto. C’è anche la proroga della cassa integrazione per la Blutec di Termini Imerese, il sostegno alla riduzione dei costi dell’energia per l’ex Alcoa di Portovesme e la stabilizzazione dei precari di Anpal servizi.
Cosa succede a settembre
Tra qualche giorno al via il tavolo Invatec per la presentazione dell’investitore che si occuperà della reindustrializzazione del sito; previste poi riunioni per Bekaert di Figline Valdarno, per l’individuazione dell’investitore, e per Jabil Italy, dopo che l’azienda ha sospeso la procedura di licenziamento collettivo per i 350 lavoratori del sito di Marcianise.
C’è anche la vicenda La Perla, dopo la sospensione dei 126 licenziamenti in attesa del nuovo piano industriale; Mercatone Uno, Ferrosud, Jsw (ex Aferpi), Sider Alloys (ex Alcoa) e Candy Hoover.
Alitalia
A preoccupare di più è il caso Alitalia. Il Mise ha fissato al 15 settembre la scadenza per la presentazione dell’offerta vincolante avanzata da Fs assieme a Delta, Atlantia e Mef, e del piano industriale. Ma si teme che i tempi possano allungarsi anche perché la riunione tra commissari e sindacati è stata rinviata.
Arcelor Mittal
Poi c’è Arcelor Mittal, ovvero l’ex Ilva. Se entro il 6 settembre non verrà risolta la questione dell’immunità penale, allora l’azienda fermerà tutto mettendo a rischio 8.200 posti di lavoro più l’indotto.
Con il decreto legge Imprese si stabilisce un’immunità penale a scadenza, ovvero da applicare solo alle aziende che rispetteranno tempistiche, criteri e modalità di esecuzione del piano ambientale. Non è prevista immunità sulle norme a tutela della salute e della sicurezza del lavoro.
Whirlpool
Per il caso Whirlpool, invece, l’ultimo tavolo al Mise si è tenuto il 24 luglio scorso con i rappresentanti dell’azienda che hanno illustrato cinque opzioni per salvare 420 lavoratori. Di Maio, intanto, ha annunciato di voler presentare uno strumento normativo che permetterebbe a Whirlpool di accedere a una decontribuzione per circa 17 milioni di euro nei prossimi 15 mesi.
Blutec
Infine c’è Blutec per la quale si attende la presentazione da parte del commissario straordinario del piano industriale per la reindustrializzazione dello stabilimento così da far tornare a lavoro i 670 lavoratori più i 300 dell’indotto.
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