Icardi è del Psg, l’Inter vince il braccio di ferro: ma chi ci perde di più? – L’analisi
Mauro Icardi è un nuovo calciatore del Psg. Dopo le visite del pomeriggio, è arrivata anche la firma fino a fine stagione con relativo annuncio ufficiale. Mauro saluta l’Inter e non c’è stata esattamente una stretta di mano.
A ufficializzarlo anche la stessa Inter. «L’attaccante argentino – precisa la società – si trasferisce al club francese a titolo temporaneo annuale con diritto di trasformazione della cessione in definitiva. Contestualmente Icardi ha raggiunto un accordo con l’Inter per il prolungamento del contratto fino al 30 giugno 2022».
Mauro Icardi est arrivé au siège du PSG ! #PSG #Mercato pic.twitter.com/vVzkcru1nm
— Le Parisien – PSG (@le_Parisien_PSG) September 2, 2019
Il volo e l’eredità
Sull’aereo per Parigi, con Wanda e la valigia, Mauro Icardi ha portato 124 gol in nerazzurro, due titoli di capocannoniere, otto mesi di polemiche e un rapporto con la tifoseria interista mai totalmente sbocciato. Alla faccia dei numeri e della fascia da capitano.
Nuova avventura
Icardi, che va al Psg in prestito oneroso con diritto di riscatto (per totali 70 milioni di euro), prolunga di un anno il suo contratto con l’Inter: nuova scadenza 2022. E a Parigi guadagnerà più di quanto percepiva a Milano. Si viaggia sui 9 fino a fine stagione.
Il problema, dunque, viene rimandato di una stagione nel corso della quale Marotta, a prescindere dalle fazioni pro società e pro Icardi, ha vinto il suo braccio di ferro con Wanda. L’Inter risparmierà infatti i quasi 10 milioni di euro lordi da corrispondere a Maurito. Risparmio non da poco per chi sarebbe stato un esubero a prescindere.
La fascia e la causa
124 gol e una fascia di capitano, si diceva. Una combo da statua a San Siro, in teoria. Nella pratica, invece, gli ossimori di un amore mai sbocciato. La fascia che Icardi riceve da Ranocchia nel 2015, ma di fatto eredita informalmente da Javier Zanetti, è stata un continuo casus belli tra leadership in campo (anche per assenza di grandi personalità nello spogliatoio) e scaramucce fuori. Anche in un libro, per non farsi mancare nulla.
I 100 dall’Argentina
È la famosa autobiografia in cui Icardi racconta la celebre lite a distanza con i tifosi dopo un Sassuolo-Inter da brividi del febbraio 2015, con le maglie dei calciatori rispedite in campo a fine gara dagli ultrà nerazzurri: ‘Sono pronto ad affrontarli uno a uno – scrive Icardi -. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”.
Da lì in poi, con tentativi di chiarimento parzialmente accolti solo dalle tribune di San Siro, comincia una convivenza di comodo, fino a quando con l’arrivo di Marotta le posizioni si sono irrigidite. A febbraio scorso la fascia da capitano slitta sul braccio di Handanovic, Icardi si infortuna e i tempi di recupero diventano altro terreno fertile per inciuci e mezze verità.
Si va avanti così fino all’estate, all’ “Icardi è fuori dal progetto‘; fino a una causa intentata per il reintegro e che ora viene automaticamente meno; fino a un volo per Parigi che fa decollare Icardi e parecchi pensieri. Ha fatto bene l’Inter a liberarsene? Ha fatto bene lui a comportarsi così? Chi ci perde? O, comunque, chi ci perde di più? Il tempo sarà giudice. Nel frattempo, forse, va bene a entrambi.
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Foto di copertina Ansa