Jovanotti al veleno: «Il mondo dell’ambientalismo è più inquinato dello scarico della fogna di Nuova Delhi»
Dalla tutela dei fratini, i piccoli uccelli per il quale la prima tappa del Jova Beach Party a Rimini ha rischiato di saltare, all’erosione della spiaggia di Albenga, che ha portato all’annullamento della tappa: il tour più discusso dell’estate, tanto per la spettacolarità quanto per la popolarità del suo protagonista, Lorenzo Cherubini, ha dovuto superare molti attriti. Jovanotti, gli organizzatori da una parte, cittadini e associazioni ambientaliste dall’altra. E il 2 settembre, quando manca ancora una tappa alla conclusione del tour, il cantante affida a un lungo post su Facebook la sua versione dei fatti.
Non è bastata la collaborazione con il Wwf
«Quando abbiamo iniziato a progettare il Jova Beach Party la primissima cosa che abbiamo fatto è stato contattare il WWF per poterli incontrare per raccontare l’idea e chiedere a loro un parere, e sono stato io personalmente a metterla come condizione di partenza. Il WWF perché è una grande organizzazione storica che non cerca visibilità ad ogni costo ma opera sul campo, la visibilità serve a promuovere attività di difesa e cura dell’ambiente, ha competenze specifiche, è radicata nei territori, ha un vero comitato scientifico e una rete vera e diffusa di operatori ed osservatori». «Non mi sarei mai aspettato, nonostante non sia un ingenuo rispetto a questo genere di cose, che il mondo dell’associazionismo ambientalista fosse così pieno di veleni, divisioni, inimicizie, improvvisazione, ciarltroneria, sgambetti tra associazioni, protagonismo narcisista, tentativi di mettersi in evidenza gettando discredito su tutto e su tutti, diffondendo notizie false, approfittando della poca abitudine al “fact checking “ di molte testate. Il mondo dell’ambientalismo è più inquinato dello scarico della fogna di Nuova Delhi!».
Associazioni in trappola
«Pensavo e penso ancora che la collaborazione con il WWF sia garanzia di rispetto delle aree. Invece un delirio nei social, una miriade di cazzate sparate a vanvera da chiunque, una corsa al like facile da parte di sigle e siglette che hanno approfittato ogni giorno della visibilità offerta da un nome popolare e da un grande evento per cavalcare l’onda, mettersi in mostra, inventare palle, produrre prove false che nessuno mai verificherà perché la rete è così. Addirittura “Lega ambiente” e “Ente Nazionale Protezione Animali” recentemente sono cascate in una trappola tesa loro dai mitomani che se non fossero pericolosi farebbero anche ridere (sono emerse storie che superano sceneggiature di commedie grottesche)».
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