La partita dei ministri, l’ultimo borsino dei nomi: una donna sempre più vicina al Viminale. Rischio-ripiego per Di Maio
All’alba della settimana clou per la nascita dell’alleanza M5s-Pd, voto di Rousseau permettendo, prende forma sui quotidiani, con fisiologiche variazioni, il ventaglio dei possibili ministri del governo che sarà guidato da Giuseppe Conte.
Una ventaglio di ministri che dovrebbe esser specchio del programma del governo giallorosso e che, secondo quanto riferito ieri dal premier incaricato Conte, dovrebbe emergere solo in seguito alla creazione del programma, affinché possa scegliere «la miglior squadra di ministri».
Se da un lato continua a non sciogliersi il l’incognita vicepremier, posizione ufficiosamente reclamata dal capo politico del M5s Luigi Di Maio, mentre il dem Dario Franceschini ha avanzato l’ipotesi di rimuovere entrambi i ruoli da vicepremier, continua altresì a trasformarsi il ventaglio dei nomi della possibile squadra di governo.
Una donna al Viminale
In caso di assenza dei due vicepremier, sarebbe stato avanzato il nome della dem Paola De Micheli, che coprirebbe la carica di Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. Al Viminale, al posto dell’uscente Matteo Salvini, entrerebbe invece Luciana Lamorgese, ex prefetto di Milano.
Giustizia e Difesa
La carica di Guardasigilli di Alfonso Bonafede, già ministro M5s alla Giustizia nel precedente governo, potrebbe essere confermata. Al ministero della Difesa non è ancora chiaro se verrà riconfermata la ministra Elisabetta Trenta, o subentrerà il dem Lorenzo Guerini, già presidente Copasir.
Ministero del Lavoro e Mise divisi
Il Ministero del Lavoro e il Ministero dello Sviluppo Economico, questa volta, dovrebbero andare a due persone diverse. In corsa per il Lavoro ci sono due dem (Teresa Bellanova o Giuseppe Provenzano, dato anche per ipotetico nuovo ministro per le Politiche giovanili), mentre per il Mise sono in pole Stefano Buffagni, già sottosegretario M5s alla Presidenza, e il dem Graziano Delrio, ex ministro delle Infrastrutture. E Di Maio? Luigi Di Maio potrebbe diventare il ministro del Sud.
Economia, Cultura, Istruzione, Affari Europei
All’Economia si fa sempre più forte il nome di Dario Scannapieco, già numero due della Banca Europea per gli Investimenti, mentre al ministero dell’Istruzione, al posto dell’uscente Bussetti, potrebbe arrivare il presidente dell’Antimafia Nicola Morra (M5s).
Alla Cultura potrebbe arrivare la renziana Anna Ascani, mentre al posto dell’uscente ministro per gli Affari europei Lorenzo Fontana potrebbe subentrare Gian Paolo Manzella, assessore allo Sviluppo della regione Lazio.
Le date chiave della settimana
Un ventaglio di nomi di certo non ancora definitivo e che vede ancora carenti le presenze femminili, benché Conte abbia assicurato che farà di tutto per ribilanciare la situazione. Ma la via del nuovo governo è tutta in salita e le tappe devono essere superate a passo spedito.
Il 3 settembre ci sarà la votazione della base del M5s su Rousseau e, in base al risultato, il premier incaricato Conte dovrà salire al Colle per sciogliere la riserva (tra martedì e mercoledì). Già mercoledì 4 settembre i ministri potrebbero salire al Quirinale per il giuramento davanti a Mattarella, mentre venerdì 6 settembre si dovrebbe votare la fiducia in Parlamento al nuovo esecutivo.
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