Per Salvini Conte è del Pd. «Macchè, il 4 marzo era là a festeggiare con Di Maio» – Video
Ieri Giuseppe Conte, alla festa de Il Fatto Quotidiano, ha, tra le altre cose, dichiarato di aver votato M5S alle ultime elezioni, proprio perché il suo nome compariva nella squadra di governo con cui i pentastellati si presentavano alle elezioni, come possibile ministro della deburocratizzazione e della meritocrazia (cioè della Pubblica Amministrazione). Il premier incaricato ha detto chiaramente: «Definirmi dei 5S mi sembra una formula inappropriata».
E così arriva, prevedibile, l’affondo di Matteo Salvini che approfitta delle dichiarazioni di Conte per confermare la sua posizione di questa fase della crisi, dopo il duro attacco arrivato in Senato dallo stesso Conte che ha, di fatto, chiuso l’esperienza del governo gialloverde: giorni fa aveva definito Conte «tessera numero uno del Pd».
Nonostante la volontà di Conte di mostrarsi e dichiarasi super partes la sua terzietà regge fino a un certo punto: difficile possa passare la linea che secondo cui non sarebbe un premier del M5s. Certo non partecipa ai vertici con Di Maio e Casaleggio, di sicuro gli si può riconoscere autonomia e indipendenza.
Ma è anche vero che il premier incaricato ha i suoi unici concreti trascorsi politici con il M5s, come ricordano quelle immagini in cui Conte è ritratto a festeggiare il boom del 4 marzo con Di Maio e gli altri.
E poi Conte può godere del sostegno del fondatore Grillo, che lo ha definito “elevato” come lui, rinsaldando l’intesa tra i due, con buona pace di Di Maio che con questo governo di fatto deve fare almeno un passo indietro.
La terzietà di Conte non è un fattore secondario sulla strada del governo giallo-rosso. Si tratta infatti di uno dei punti su cui il Pd non sembra arretrare. I dem infatti non vogliono accettare lo schema dei due vicepremier, perché considerano già la presidenza del Consiglio in quota 5 Stelle.
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