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Se nel 2019 si insultano ancora i calciatori neri: ululati contro Lukaku a Cagliari

02 Settembre 2019 - 22:08 Felice Florio
In cinque mesi, è il secondo episodio di discriminazione razziale che riguarda parte della tifoseria cagliaritana. La Fifa invoca il pugno duro

«Buu». Tocca il pallone e «buu». Difende lo spazio con il fisico, «buu». Nel campo, un uomo sta giocando a calcio. Sugli spalti, alcuni tifosi del Cagliari (secondo la società pochi, ma abbastanza da sentirli) che lo insultano per il colore della pelle. Succede nel 2019, esattamente il primo settembre, alla Sardegna Arena, protagonista della vicenda il nerazzurro Romelu Lukaku.

Cinque mesi fa, gli ululati, sempre nello stesso stadio, rivolti all’ex juventino Moise Kean, 19enne. Italianissimo di Vercelli, sia chiaro, ma con la pelle nera. «Troppi moralismi. Solo una strumentalizzazione», difese la sua curva Tommaso Giulini, presidente del Cagliari.

La posizione della società

Oggi, nonostante la pausa estiva dal campionato, dovrà ammettere che un razzismo latente serpeggia tra qualche tifoso cagliaritano. E un mezzo passo indietro l’ha fatto: dopo la seconda giornata di campionato e gli insulti piovuti sul nerazzurro Romelu Lukaku, viene pubblicata una nota della società: «Prendiamo con forza le distanze dagli sparuti, ma non meno deprecabili episodi verificatisi alla Sardegna Arena – ribadendo – l’intenzione di individuare, isolare ed estromettere dalla propria casa gli ignoranti, anche fosse uno soltanto, che si rendono protagonisti di gesti e comportamenti deprecabili».

Il pugno duro della Fifa

«Il club – si legge ancora, – non accetta che si possa minimizzare quanto accaduto, ribadisce gli alti contenuti morali della sua gente, quella che alberga in tutti i settori dello stadio, ma respinge fermamente ogni accusa infamante e sciocchi stereotipi che non possono assolutamente essere indirizzati verso i tifosi del Cagliari e il popolo sardo».

Ma è la Fifa a condannare con ancora più fermezza il comportamento di una parte della curva cagliaritana: «Il razzismo non ha posto nel calcio. La Fifa esorta tutte le federazioni associate, i campionati, i club e i tribunali sportivi ad adottare le procedure previste, nonché tolleranza zero nei confronti degli episodi di razzismo nel calcio, e di applicare le severe sanzioni previste in casi simili».

https://twitter.com/i/status/1168277471046901762

Le misure da adottare contro il razzismo

La Fifa ha ricordato anche la procedura che va applicata nel caso in cui si ravvisino episodi di discriminazione razziale negli stadi. Ecco i tre step che il direttore di gara deve seguire:

  1. Interruzione momentanea della partita (seguito da un annuncio dello speaker allo stadio con la spiegazione necessaria);
  2. Sospensione della partita, con le squadre rimandate dall’arbitro nello spogliatoio per un opportuno periodo di tempo;
  3. Sospensione definitiva della partita (anche in questo caso, seguita da un annuncio dello speaker dello stadio con la spiegazione necessaria e la richiesta di lasciare lo stadio).

Romelu Lukaku: «Signore e signori è il 2019»

Ha reagito con coraggio l’ex giocatore del Manchester United, arrivato all’Inter qualche settimana fa. «Molti giocatori nell’ultimo mese sono stati fatti oggetto di abusi razzisti. A me è successo ieri – ha scritto sul suo account Instagram -. Il calcio è un gioco che deve far felici tutti e non possiamo accettare nessuna forma di discriminazione che lo possa far vergognare. Spero che tutte le Federazioni del mondo reagiscano duramente contro tutti i casi di discriminazione».

Poi conclude: «Signore e signori è il 2019, invece di andare nel futuro stiamo tornando indietro e credo che noi giocatori dovremmo unirci e fare una dichiarazione su questo argomento per rendere questo sport pulito e piacevole per tutti».

https://www.instagram.com/p/B16Ja0Jh4B9/

Cos’è accaduto

Il primo settembre, al 27′ del secondo tempo, il giocatore belga, di origini congolesi, dell’Inter si apprestava a battere il calcio di rigore contro la squadra di casa. Alcuni tifosi cagliaritani hanno incominciato a intonare ululati prima che calciasse il pallone e dopo il gol che ha fissato il risultato sull’1-2, quindi la vittoria per l’Inter. Nonostante i chiari cori che riprendevano il verso da scimmia, l’arbitro non ha né interrotto né scritto di cori razzisti nel referto compilato a fine partita.

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