A Perpignan il festival del fotogiornalismo, dal lago Niger al carcere di Rebibbia: le foto
Per due settimane, dal primo al 14 settembre, il festival internazionale di fotogiornalismo Visa pour l’Image invade la cittadina francese di Perpignan. Nel menu, una selezione dei migliori reportage fotografici che hanno raccontato il mondo quest’anno. Dai gilet gialli alla guerra in Yemen, a Perpignan la fotografia è cruda e di altissima qualità. Abbiamo segnalato alcuni autori.
Lynsey Addario, Mortalità materna
In molti Paesi in via di sviluppo come Afghanistan, Somalia, Ciad, India e Haiti muoiono ogni anno più di 500.000 donne, principalmente a causa di difficoltà di accesso a strutture mediche adeguate. A volte gioca un ruolo anche la mancanza di mezzi di trasporto, o il cattivo stato delle strade per raggiungere le strutture sanitarie, che spesso non hanno gli strumenti per diagnosticare e trattare le complicazioni che possono avvenire durante il parto.
Valerio Bispuri, Prigionieri
Le prigioni, si sa, sono lo specchio della società, riflettono episodi di cronaca e grandi crisi economiche e sociali. Bispuri, dopo aver documentato le condizioni in 74 prigioni sudamericane, ha continuato questo percorso in Italia. «Ho lavorato in 10 prigioni per quattro anni e ho capito come il sistema carcerario italiano soffra di sovrappopolazione, inattività dei detenuti e di strutture precarie».
Frédéric Noy, La lenta agonia del lago Vittoria
Il secondo lago più grande al mondo, il più vasto d’Africa, il lago Vittoria rappresenta il più grande bacino di pesca d’acqua dolce nel pianeta. Polo ecologico, motore economico, riserva naturale: tra i 30 e i 50 milioni di cittadini dei paesi toccati dal lago – Tanzania, Uganda, Kenya – ne dipendono direttamente o indirettamente. Ma questo gigante d’Africa è in agonia a causa di tutti i rifiuti tossici che vi vengono riversati.
Olivier Coret, I gilet gialli
«Non sapevo cosa pensare di questo movimento, né di che forma avrebbe preso» scrive il fotografo Olivier Coret, «Già dal primo giorno, ero sorpreso della sua estensione e dal tipo di persone che sono scese in strada. Per questo primo atto, sono andato al nord di Amiens: c’erano dei giovani e dei vecchi, gente di sinistra e fascisti, pensionati, famiglie, agricoltori, disoccupati, genitori di bambini handicappati, classi medie..»
Lorenzo Tugnoli, La crisi in Yemen
Da più di quattro anni, le forze del governo yemenita e i ribelli houti sono in guerra e oggi più della metà della popolazione è minacciata dalla carestia. Lorenzo Tugnoli ha vinto il World Press Photo con le sue foto della crisi umanitaria.
Cyril Abad, In God we Trust
Il fotografo francese ha fatto un viaggio attraverso le eccentricità della fede americana, alla ricerca di quelle persone e quei luoghi che incarnano l’impatto del neoliberismo sul protestantesimo. Trump ha ottenuto l’80 percento dei voti degli evangelici e Abad ha voluto osservare l’America attraverso il prisma della religione.
Guillermo Arias, La Carovana
All’inizio del 2018 qualche centinaia di cittadini dell’Honduras si sono messi in cammino verso il nord. Dopo alcuni scontri alla frontiera tra il Messico e il Guatemala hanno proseguito il loro viaggio e mentre raggiungevano il centro del Messico, altre due carovane si erano già formate in America centrale per intraprendere lo stesso percorso. Per queste persone che fuggono dal loro Paese a causa dell’estrema violenza, viaggiare in gruppo riduce il pericolo a cui sono esposte.
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