Rifiutano i soccorsi per 3 giorni, alpinisti devono pagare un conto da 10mila euro
Per tre giorni hanno rifiutato di essere soccorsi nonostante fossero bloccati ad alta quota su una parete delle Tre Cime di Lavaredo, in provincia di Belluno. Due alpinisti spagnoli hanno infine accettato di essere recuperati alle 16 di ieri – 2 settembre – riconoscendo di essere in difficoltà.
Il conto del salvataggio? Sarà a loro carico e molto salato. La cifra esatta la sta determinando il Suem 118 di Pieve di Cadore, ma la coppia – 45 anni lui, 36 lei, di Barcellona – dovrà pagare complessivamente tra gli 8 e i 10mila euro il salvataggio con l’elicottero sulle Tre Cime di Lavaredo.
Ora il primario del Suem 118 di Pieve di Cadore, Giovanni Cipolotti, chiarisce che le spese per il salvataggio saranno «sicuramente a loro carico perché rientra nei casi in cui agli illesi è chiesto il ristorno totale delle somme dell’intervento».
Le difficoltà, oggettivamente, non erano mancate neanche i giorni precedenti al salvataggio, essendo i due paralizzati a 2.750 metri di altezza. Ma tutte le volte che il soccorso dell’elicottero si è avvicinato per trarli in salvo, i due hanno respinto l’invito a salire, facendo capire ai soccorsi di voler proseguire in autonomia nella scalata.
La fase del salvataggio
L’elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites di Bolzano oggi è riuscito ad avvicinarsi alla parete della cima Ovest di Lavaredo grazie a un varco di sereno tra le nubi di nebbia. Poi l’equipaggio, dopo aver trovato un punto agevole su cui sostare, ha fatto imbarcare i due alpinisti sull’eliambulanza.
Le ragioni del rifiuto dei soccorsi
Alla base del rifiuto del soccorso alpino nei giorni scorsi, la convinzione dei due alpinisti spagnoli di essere ormai arrivati in vetta, mentre in realtà mancavano ancora almeno 80 metri di salita scoscesa e dunque complicata.
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