Test Medicina, l’esercito di 68mila aspiranti medici: dentro 1 su 6, gli argomenti del quiz
Sessanta domande in cento minuti. È l’ostacolo che i 68 mila aspiranti camici bianchi dovranno superare stamattina, 3 settembre, a partire dalle ore 11.
I posti in palio per le Facoltà di Medicina e Chirurgia e per quelle di Odontoiatria e Protesi dentaria sono complessivamente 11.658, il che significa che buona parte di coloro che si presenteranno al test rimarrà fuori dai giochi.
Come stabilito dal Miur, il punteggio minimo per accedere alla graduatoria nazionale e quindi poi sperare negli scorrimenti futuri è di 20 punti. Rapportando il numero di iscritti al test con i posti messi a disposizione, solo un candidato su sei avrà accesso all’immatricolazione per l’anno accademico 2019/2020.
Ogni studente che si presenterà per la prova dovrà avere con sé la carta di identità o un altro documento di riconoscimento; la ricevuta del pagamento della tassa di iscrizione al test e la ricevuta Universitaly.
Gli studenti
Per tre quarti degli studenti (75%) ciò che li spinge a voler diventare medici è la passione. In pochi (12%) guardano alle professioni sanitarie con l’occhio delle prospettive occupazionali e di guadagno (determinanti per l’8%).
Il test
Saranno dimezzate le domande di logica (10 anziché 20). Resta il cavallo di battaglia della cultura generale, i cui quesiti passeranno da 2 a 12. La parte “scientifica” del test sarà così suddivisa: 18 domande di biologia; 12 di chimica; 8 di fisica e matematica.
Nota per gli appassionati: in Parlamento è in discussione una legge che vorrebbe posticipare la prova d’ingresso, alla fine del primo anno di Medicina. Quindi quello di quest’anno potrebbe essere l’ultimo test propedeutico.
I ricorsi
Come tutti gli anni, saranno numerosi i casi in cui i candidati presenteranno ricorso: più di 8 iscritti su 10 stando alle statistiche. Tra le irregolarità più gettonate ci sono: l’uso di cellulari o apparecchi elettronici, suggerimenti da parte dei supervisori, plichi manomessi o non regolarmente chiusi, ritardi o tempi ridotti per le prove.
Si può fare ricorso al Tar entro 60 giorni dallo svolgimento del test, presentando la richiesta e il provvedimento espresso dal Tribunale è definitivo e non può essere impugnato di nuovo.
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