C’è chi dice nì. Il grillino Paragone accetta la decisione di Rousseau sul governo col Pd: «Ne parlerò con Luigi»
È stato uno dei più duri e rumorosi oppositori dell’alleanza di Governo tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle, evocando a suo sostegno anche i testi di Vasco Rossi, con grande dispiacere del “Blasco”, di cui aveva citato la canzone “C’è chi dice no, io non mi muovo”. Ma alla fine Paragone si è mosso, eccome.
Il “sì” del circa ottanta percento degli iscritti sulla piattaforma Rousseau ha cancellato il suo perentorio ma laconico “No”. Pazienza se aveva promesso che si sarebbe dimesso da senatore e sarebbe tornato a fare il giornalista nell’eventualità di un accordo con la sinistra, con “le élite” che sono al fianco dei dirigenti d’impresa e non del popolo, come aveva sottolineato in un recente video sulla sua pagina Facebook.
Pazienza anche se a guidare l’accordo con «il partito di Matteo Renzi e Enrico Franceschini» sia stato un leader che in un modo o nell’altro aveva già invitato alle dimissioni («Se vuoi fare superman devi esserlo», aveva commentato dopo l’insuccesso delle europee, invitando Luigi Di Maio ad abbandonare qualche carica). Adesso invece saluterà il suo nuovo ministro degli Esteri.
Il post
Poche parole, ma piuttosto ambigue. «Oggi una splendida comunità ha indicato una direzione politica chiara. Ho giocato la mia partita senza risparmiarmi, convinto di tesi anti-sistema e consolidate nel MoVimento. Nel rispetto di questa comunità – che resta la mia comunità e che mi ha mandato in parlamento – deciderò di conseguenza». Così si legge nel post, che sembra il preludio alle ineludibili dimissioni.
Ma poi arriva una smentita sotto forma di metafora calcistica: «La mia forte criticità resta intatta ma tutte le volte che ho perso non ho mai portato via il pallone impedendo agli altri di giocare». (Viene spontanea un’altra citazione non di Vasco, ma di Ligabue: «Una vita da mediano, a recuperar palloni»). Quindi continuerà a giocare? «Ne parlerò con Luigi e col mio capogruppo in Senato», continua Paragone, aprendo così alla riconciliazione non solo con se stesso, ma anche con la leadership del Movimento.
Non poteva mancare, infine, dopo l’omaggio al leader, quello ad altre due istituzioni fondamentali per il Movimento: «Intanto grazie a tutti gli attivisti per la partecipazione incredibile e un abbraccio forte allo staff di Rousseau per averci concesso di scrivere questa pagina di partecipazione. Come voleva Gianroberto Casaleggio». Insomma, “una splendida giornata”, per citare nuovamente il Blasco.
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