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Gli ultras dell’Inter difendono i cori razzisti dei tifosi del Cagliari contro Lukaku: il comunicato delirante

04 Settembre 2019 - 12:31 Valerio Berra
Con una lettera, in inglese e in italiano, la Curva Nord ha scritto al suo attaccante per spiegare che «Gli italiani non sono razzisti»

«Ciao Romelu». Inizia così la lettera firmata L’urlo della Nord e rivolta a Romelu Lukaku, calciatore belga di origini congolesi appena sbarcato all’Inter dopo due stagioni con il Manchester United. L’urlo della Nord è la pagina Facebook che si definisce «Organo ufficiale della Curva Nord Milano», il megafono degli ultras interisti.

La lettera, pubblicata sulla pagina Facebook in inglese e in italiano, viene introdotta così: «LETTERA APERTA A ROMELU LUKAKU, GLI ITALIANI NON SONO RAZZISTI !!!». Caps Lock e punti esclamativi vengono dall’originale. Il caso a cui si riferisce è quello dei cori dei tifosi del Cagliari contro Lukaku nella partita di domenica 1 settembre. Urla e ululati scimmieschi letti come un attacco a stampo razzista.

L’attaccante aveva dedicato a tutta la vicenda un post su Facebook, scrivendo: «Signore e signori. Siamo nel 2019. Invece di andare avanti, stiamo tornando indietro. Io penso che come calciatori dovremmo essere uniti e prendere posizione su questo tema per tenere questo gioco pulito e piacevole per tutti».

La posizione della Curva Nord: «Non siamo razzisti»

Il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea sta indagando su quanto accaduto a Cagliari. Roberto Mancini, commissario tecnico dell’Italia ed ex allenatore dell’Inter ha dichiarato: «Lukaku ha ragione, la speranza è che queste cose finiscano». E anche da Assocalciatori (AIC) è arrivata la solidarietà per l’attaccante neroazzurro.

Eppure la tifoseria organizzata della squadra ha scelto di prendere tutta un’altra linea, come si legge nella lettera: «In Italia usiamo certi “modi” solo per “aiutare la squadra” e cercare di rendere nervosi gli avversari non per razzismo ma per farli sbagliare. Non siamo razzisti allo stesso modo in cui non lo sono i tifosi del Cagliari».

Quei cori, quindi, dovrebbero essere letti come una medaglia al merito: «Ti preghiamo di vivere questo atteggiamento dei tifosi italiani come una forma di rispetto per il fatto che temono i gol che potresti fargli non perché ti odiano o son razzisti. Il razzismo è una cosa completamente differente e tutti i tifosi italiani lo sanno bene».

Le parole di Lukaku, e tutto il dibattito che hanno innescato, sarebbero addirittura poco costruttive per sostenere le tifoserie italiane: «Quando dichiari che il razzismo è un problema che va combattuto in Italia, non fai altro che incentivare la repressione di tutti i tifosi inclusi i tuoi e contribuisci a sollevare un problema che qui non c’è o quantomeno non viene percepito come in altri stati».

Quando la Curva Nord è stata chiusa, per razzismo

Che il tifo italiano, e tanto meno quello interista, sia lontano dal razzismo è un’idea che a quando pare non sembra molto condivisa dal Giudice Sportivo della Serie A. Solo nella scorsa stagione infatti proprio la Curva Nord dell’Inter è stata sanzionata dopo i cori razzisti contro Kalidou Koulibaly durante Inter-Napoli.

Per due giornate di campionato l’Inter ha giocato a porte chiuse. Come sanzione aggiuntiva, il secondo anello verde, casa della Curva dell’Inter, è stato chiuso anche per un’altra partita.

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In copertina: Ansa | L’attaccante dell’Inter Romelu Lukaku

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