Elena Bonetti, la nuova ministra per la Famiglia. Esordio da record, già sotto l’attacco di Pillon
Elena Bonetti, quarantacinquenne, mantovana, matematica, docente universitaria di Analisi, è la nuova ministra per le Pari opportunità e la Famiglia del governo giallorosso. La sua nomina è fra quelle che segnano un segnale più forte di discontinuità con il precedente esecutivo che vedeva Lorenzo Fontana titolare del medesimo dicastero.
Nel 2014, infatti, Bonetti firmò un appello, insieme al sacerdote Don Gallo, per chiedere allo Stato di riconoscere le unioni fra le persone dello stesso sesso e alla Chiesa di rivedere le proprie posizioni perché, si legge nello stesso appello, «tutti abbiamo il diritto di amare e di essere amati».
Matteo Renzi, che ha un passato nell’Agesci come Bonetti, nel 2017 la volle nella segreteria nazionale del Pd. Una scelta che sorprese, visto che Bonetti, era una docente senza esperienza politica. Iscritta da poco nel Pd, ammise che non si aspettava di essere investita del ruolo: «Mi è sembrata una proposta sproporzionata – dichiarò – ma ha prevalso la voglia di provare».
«Credo che stia a significare la volontà di aprire tutte le porte al mondo giovanile – aggiunse – alle associazioni che a questo mondo si rivolgono e ai valori di cui sono portatrici».
Nella sua biografia, consultabile sul sito del Partito Democratico, si legge: «Nella ricerca ho imparato che si cresce se si gioca in squadra. La passione educativa e il desiderio di accompagnare le giovani generazioni ad essere buoni cittadini, capaci di contribuire a scrivere una storia bella e generativa per la nostra comunità, trovano le radici nel mio cammino scout – aggiunge – Su questa strada ho imparato la bellezza del camminare insieme, la felicità e la pienezza che nascono dal servizio, il coraggio di dire sì, la chiamata a lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato».
Sulla sua pagina personale Facebook ha commentato così ieri la nomina a ministro: «Considero la politica come servizio. Sarà un onore domani giurare al Quirinale. Farò del mio meglio per garantire a tutte e tutti pari opportunità e fare delle famiglie il pilastro della comunità. Buona strada a tutti noi!»
Arriverà al ministero però già nel mirino degli avversari politici. Simone Pillon, infatti, senatore leghista e noto per le sue posizioni a difesa della “famiglia tradizionale” (oltre che promotore del decreto che porta il suo nome) è andato subito all’attacco del neo ministro Bonetti.
Sempre attraverso Facebook ha scritto: «La lobby LGBT festeggia la nomina di Elena Bonetti al ministero della famiglia, rievocandola tra gli autori della “carta del coraggio” che nel 2014 consegnò una parte significativa dello scoutismo cattolico italiano alle posizioni LGBT friendly di Renzi e delle sue unioni civili. Gli attivisti già chiedono la legge sull’omofobia per chiudere definitivamente la bocca a chi vorrebbe fermare la dittatura gender. E questo, onestamente, mi pare un pessimo inizio».
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